Il 6 gennaio in Brianza, un uomo di 38 anni, Marco Magagna, è stato ucciso con una coltellata al torace la notte scorsa dalla compagna. La notizia è stata diffusa dai media nazionali senza alcuna connotazione ideologica. Se la vittima fosse stata una donna e l’assassino un uomo, tutti i media avrebbero urlato all’ennesimo femminicidio. Ad ascoltare la propaganda femminista (che rappresenta una risibile minoranza del genere femminile), sembrerebbe che la totalità dei maschi sia affetto da misoginia acuta. La domanda che sorge spontanea è: Adamo era realmente più tremendo di Eva? L’Eva tentatrice narrata nella Bibbia dimostra il contrario. A conferma che la Genesi non era stata vergata dal cattivissimo Mosè in veste maschilista, è arrivata la relazione del Ministero dell’Interno sulle attività delle forze di polizia nei reati di genere per l’anno 2024. I dati hanno appurato che il numero di vittime maschili è stato maggiore del numero di vittime femminili (51,11% contro 48,89%). Questo continuo martellare sul femminicidio presentando gli uomini come potenziali assassini che si accaniscono contro le donne, ha il solo fine di creare divisione tra i sessi, con la conseguente demolizione della famiglia naturale fondata sull’unione uomo/donna e in particolare l’abbattimento della figura paterna. La sensazione è che la massiccia onnipresenza della rete, abbia proiettato una microscopica percentuale di donne nel fantastico mondo del “multiverso” dove la fantasia di concorrere con Priapo, c’azzecca con la realtà come i cavoli a merenda.
Gianni Toffali