«Sto molto bene, vado a celebrare un matrimonio». Così Ignazio Marino, arrivando in Campidoglio per il suo primo giorno di lavoro dopo le dimissioni. Il sindaco ha poi ha aggiunto in una nota: «Leggo su alcuni quotidiani frasi virgolettate che mi vengono attribuite. Le smentisco categoricamente: si tratta di falsità che non ho mai pronunciato». E riferendosi a varie ricostruzioni fatte oggi da diversi quotidiani ha annunciato querele. «Vedo che si parla di mie telefonate con Matteo Orfini che nella giornata di ieri non sono mai avvenute, vedo mie frasi su inesistenti mail di Walter Veltroni – ha scritto ancora Marino nella nota – in cui mi si attribuisce che “ora farò i nomi”. Tutto ciò è falso e sono costretto ancora una volta a procedere con le querele oltre alle richieste di danni in sede civile».
Dimissioni Marino protocollate oggi
I venti giorni che intercorrono tra le dimissioni del sindaco di Roma, Ignazio Marino, e la nomina di un commissario «scattano dal momento in cui le dimissioni vengono protocollate e avverrà oggi». Ha chiarito oggi la presidente dell’Assemblea capitolina Valeria Baglio, spiegando che «non è necessaria la comunicazione all’aula» per far partire quel periodo in cui in teoria Marino potrebbe revocare le proprie dimissioni. Le dimissioni di Marino sono state in effetti protocollate oggi, come ha confermato il vicesindaco Marco Causi, che ha annunciato per lunedì o martedì una giunta straordinaria sul Giubileo. «Quindi, i 20 giorni a disposizione del sindaco Marino per confermare o ritirare le dimissioni scadranno il 29 ottobre», ha chiarito Causi.
Sel: disposti a verifica, ma Marino cambi rotta
Il primo cittadino dimissionario, nella sua lettera di addio, ha affacciato la possibilità che nei prossimi venti giorni si possano ricostruire le condizioni politiche per ritirare le dimissioni. Ma è un’ipotesi che al Pd non prendono neanche in considerazione. «Temo – ha detto il vicesindaco di Roma, Marco Causi – che la situazione che si è creata a Roma renda difficile una ricomposizione della crisi» nei 20 giorni prima dell’arrivo del commissario prefettizio in Campidoglio. Eppure da Sel, che fino a ieri era pronta a presentare una mozione di sfiducia a Marino se il sindaco non si fosse dimesso, oggi sono arrivati segnali di disponibilità a un ripensamento. «Noi vogliamo andare avanti con il programma elettorale: è giusto chiedere al sindaco un cambio di rotta, la verità, il rispetto del mandato. Altrimenti può anche confermare le sue dimissioni» ha scritto infatti su Facebook Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio.
IL MESSAGGERO