Nuovo ultimatum dell’Associazione Industriali: dopo il No al contratto, arriva anche il No alla riforma degli ammortizzatori sociali. E’ la denuncia del direttivo della Federazione Industria della CSU, che si è riunito per fare il punto sulla campagna di mobilitazione “Rompiamo l’immobilismo”.
Il direttivo delle federazioni industria di CSdL e CDLS nel ripercorre le tappe di questi ultimi mesi di relazioni industriali, ricorda che dopo la conferenza di ottobre “Uscire dalla crisi, uscire dall’immobilimso”, con l’Anis sembravano aprirsi alcuni spiragli per la firma del contratto di lavoro del settore industriale: “Sul tappeto c’era qualche variazione rispetto all’accordo tripartito del 9 luglio, ma con la garanzia di salvaguardare le retribuzioni dagli effetti dell’inflazione nel triennio 2009-2011”. L’unico ostacolo sembrava il nodo della rappresentatività; ma su questo punto, sottolinea la FLI-CSU, “tutte le parti si sono dichiarate disponibili ad affrontare la questione al tavolo tripartito”.
Il nuovo ultimatum. “Mentre si trattava la scrittura del testo del contratto, ecco che è arrivata una nuova battuta d’arresto”, affermano le Federazioni Industria. Motivo dello stop? “I costi del progetto di riforma degli ammortizzatori sociali presentato dal Segretario di Stato per il Lavoro a nome del Governo, progetto che prevede nuove tutele per i lavoratori disoccupati e inoccupati”. Ma per la FLI-CSU quello degli industriali è solo l’ennesimo pretesto: “Le confederazioni sindacali infatti hanno sempre sostenuto che in questo momento di difficoltà è più opportuno utilizzare i cospicui attivi accantonati dai vari fondi negli ultimi 20 anni, per cui questa obiezione sui costi della riforma è una vera e propria presa in giro”.
“Evidentemente l’ANIS ha deciso di usare i lavoratori per scopi politici e questo è vergognoso, a maggior ragione perché il numero dei licenziamenti è vertiginosamente aumentato: siamo a quasi 450 dall’inizio dell’anno, mentre le liste dei disoccupati disponibili per qualunque occupazione sono raddoppiate, superando quota 400 al 31 ottobre, ma mancano i circa 100 licenziamenti delle ultime settimane. E’ quindi palese la necessità di ampliare le tutele oggi presenti, cosa che peraltro si sta facendo in tutta Europa.
Il Direttivo FLI-CSU chiede dunque al Governo di attivarsi: “Serve un ruolo più concreto per dare seguito all’accordo tripartito. In particolare, per chiudere la partita dei rinnovi contrattuali, mettere in campo politiche di sviluppo per la creazione di nuovi posti di lavoro e marciare spediti per portare a compimento la riforma degli ammortizzatori sociali”. Rompiamo l’immobilismo: dalla prossima settimana inizierà il ciclo di assemblee nelle fabbriche più grandi. Assemblee che si inseriscono nella campagna di mobilitazione decisa dalla CSU. “Condividiamo – conclude il direttivo – i contenuti e le tappe di avvicinamento allo sciopero generale”. E l’Attivo dei Quadri in calendario il 27 novembre, chiede di dare “un forte impulso per la compattezza del mondo del lavoro nella risoluzione dei problemi posti all’attenzione del Paese”.