Con un mondo a pezzi, senza guide, con varie rappresentazioni folkloristiche o tragiche, spesso folkloristiche e tragiche insieme, molte volte per motivi religiosi, veri o falsi che siano, la Chiesa di Roma appare l’unica cosa intera al mondo.
L’unica cosa con una sua forma, una sostanza, con riti, rituali, pensieri, pensiero, storia, forza.
L’unico asse morale trasversale nel mondo.
Se pensiamo che poco più di 10 anni fa un Papa, per la prima volta, si dimetteva, se pensiamo agli scandali finanziari e alle crisi per vicende di pedofilia, alle chiese vuote, alle vocazioni in caduta, c’è da rimanere stupefatti.
E’ stupefacente la capacità della Chiesa di risorgere. Anche se quello è il suo mestiere, far credere agli uomini la resurrezione, e’ comunque sorprendente.
Risorgere e riaffermare e affermare.
Una presenza nel mondo che non ha eguali.
Che fa apparire piccoli i grandi, minori i rivali, stolti i conflitti, immorali altre morali.
Ed è una presenza politica.
L’unica potenza politica senza armi. Senza “divisioni”.
Cosa enorme.
Con Wojtyla finisce la guerra fredda e salta in aria l’impero sovietico.
Con Bergoglio la chiesa di Roma sembra l’unica cosa con un senso( condivisibile o meno)nella generale perdita di senso nel mondo.
Con Prevost si mette il dito nella piaga della grande crisi dell’Occidente e della guida dell’Occidente, l’America.
Nella grande crisi della civiltà occidentale e delle democrazie.
Geniale.
Non credo ma vedo.