Il “KILLER DEI CANI” di San Marino ha scosso anche l’Italia. Quasi 15 anni di orrore tra indignazione e titoli shock

Nel corso degli ultimi dieci giorni, la stampa italiana ha dato ampio risalto alla vicenda del cittadino sammarinese accusato di aver avvelenato decine di cani nell’arco di quasi 15 anni. I titoli dei principali quotidiani sono stati molto accattivanti e drammatici, enfatizzando il soprannome attribuito all’uomo – “killer dei cani” o addirittura “serial killer dei cani” – e sottolineando la lunga durata dell’“incubo”. Ad esempio, il Corriere della Sera (ed. Bologna) ha titolato: «San Marino, preso il “killer dei cani”: “Un incubo che durava da quasi 15 anni, è un pensionato che confezionava esche avvelenate”» (leggi qui). Allo stesso modo, La Stampa nella sezione animali (“La Zampa”) ha aperto con “San Marino, preso il serial killer dei cani: l’anziano 80enne in 15 anni ha ucciso almeno 40 animali” (leggi qui), esplicitando il bilancio delle vittime. Anche testate locali come Il Resto del Carlino (ed. Rimini) hanno usato termini analoghi (“Preso il serial killer dei cani: in 15 anni ne ha uccisi 40”), evidenziando il numero di cani avvelenati e l’arco temporale eccezionalmente lungo della sua presunta attività criminale. In sintesi, la scelta dei titoli in Italia è stata unanime nel dipingere la vicenda in toni sensazionalistici, parlando di “incubo” collettivo e di un ottantenne finalmente individuato dopo anni di paura.

Oltre ai titoli, l’impostazione degli articoli italiani ha privilegiato sia la ricostruzione dei fatti sia l’impatto emotivo sulla comunità. Molti articoli hanno ripercorso la vicenda sottolineando come dal 2011 in poi, ma anche prima, in poi decine di cani fossero morti dopo aver ingerito bocconi avvelenati disseminati in parchi, strade e giardini a San Marino. Si evidenzia che almeno 40 cani hanno perso la vita in circostanze simili e altri sono stati salvati in extremis, generando un clima di terrore tra i proprietari di animali (il Fatto Quotidiano, leggi qui). Diversi quotidiani hanno descritto la svolta nelle indagini: telecamere di sorveglianza e segnalazioni di cittadini hanno permesso di individuare un’auto sospetta nella zona degli ultimi avvelenamenti (località Fiorentino a San Marino) e di risalire al proprietario. Il Giornale (leggi qui), ad esempio, ha messo l’accento proprio su questo aspetto titolando “Incastrato dalle telecamere. Fermato il killer dei cani dopo quasi 15 anni”, adottando un taglio quasi da cronaca nera investigativa. In molti pezzi sono riportati i dettagli del modus operandi: l’uso di bocconi avvelenati (polpette di carne mescolate a potenti veleni) come arma silenziosa. Il Corriere ha persino specificato il tipo di sostanza tossica usata, l’Endosulfan, un diserbante letale bandito da tempo. Questo livello di dettaglio denota un approccio informativo accurato da parte di alcune testate, interessate anche agli aspetti scientifici e legali della vicenda.

Un altro elemento comune nel racconto è il lieto fine (dal punto di vista delle comunità locali): quasi tutti gli articoli sottolineano il sollievo della popolazione per la cattura del responsabile. La Stampa ha descritto San Marino che “tira un sospiro di sollievo” dopo quasi 15 anni di paura e indignazione (leggi qui). Similmente il Corriere di Bologna ha parlato della “fine di un incubo”. Molti articoli citano le reazioni dell’APAS (Associazione Protezione Animali Sammarinese), che in una nota ha commentato “finalmente si intravede la fine di un incubo iniziato nel 2011 e costato la vita ad almeno 40 cani”. Questo riferimento dà voce al punto di vista degli animalisti e amplia l’orizzonte della cronaca, evidenziando la dimensione etica e sociale del caso (la sofferenza prolungata degli animali e dei proprietari, le petizioni e proteste avvenute negli anni). In alcuni articoli, come sul Corriere nazionale, si collega la notizia alle recenti misure legislative: proprio pochi giorni prima a San Marino era stata approvata una nuova legge che inasprisce le pene per reati contro gli animali, portando le massime a 3 anni di reclusione, ma non applicabile retroattivamente. Il Corriere ha posto l’accento critico su questo aspetto, osservando che nonostante la gravità dei fatti il sospettato rischia sanzioni molto lievi essendo stato denunciato sotto la vecchia normativa (che prevedeva al massimo 2 mesi di arresto). Questo approccio punta il dito sulle lacune normative e sulle “maglie larghe” della giustizia per i reati di maltrattamento animale, aggiungendo un tono di denuncia civile alla cronaca.

Differenze di tono tra le testate italiane

Pur nella convergenza sul nucleo della notizia, emergono piccole differenze di tono e lessico tra le varie testate italiane. Alcuni media hanno adottato maggiore cautela legale, usando ad esempio il termine “presunto killer” o mettendo “killer dei cani” tra virgolette. TGCOM24, nel suo articolo online, ha parlato di “presunto ‘killer dei cani’” fin dal titolo e ha specificato che l’uomo “si dichiara innocente” (leggi qui), informando quindi subito i lettori che il sospettato nega ogni addebito. Anche Il Fatto Quotidiano ha usato la formula “presunto ‘serial killer’ dei cani”, sottolineando che si tratta di accuse ancora da provare in tribunale. Altri giornali, invece, hanno usato toni più decisi, parlando semplicemente di killer già “catturato” o “fermato” senza ulteriori cautele nel titolo (ad esempio La Stampa e Resto del Carlino). Questa differenza riflette scelte editoriali: c’è chi preferisce attenersi rigorosamente alla presunzione d’innocenza e chi dà per scontata, almeno nei titoli, la colpevolezza di colui che viene descritto come un “mostro” per le sue azioni riprovevoli.

Un’altra sfumatura riguarda l’enfasi emotiva. Testate come Corriere e La Stampa – specie nelle loro sezioni dedicate agli animali – hanno impiegato un registro empatico, parlando di indignazione, dolore e paura collettiva, quasi raccontassero una vicenda di cronaca nera paragonabile a quelle con vittime umane. Si è insistito sul terrore durato anni nella comunità sammarinese e sull’orrore di scoprire bocconi avvelenati nei luoghi pubblici. Al contrario, alcune testate generaliste hanno mantenuto un tono più asciutto e focalizzato sui fatti nudi e crudi: ad esempio Il Giornale e Today.it si sono concentrati sulla dinamica investigativa e sul resoconto fattuale (numero di cani uccisi, età dell’uomo, intervento della Gendarmeria) ilgiornale.it, con meno spazio a commenti emotivi. Il Messaggero e La Repubblica – pur menzionati tra le principali testate attese sulla vicenda – non risultano aver dedicato articoli di primo piano nei loro siti nazionali, limitando eventualmente la copertura a brevi richiamo di cronaca locale. In generale, comunque, l’intera stampa italiana ha trattato la storia come un fatto di cronaca significativo: il linguaggio utilizzato (parole come “killer”, “serial killer”, “incubo”, “svolta”) e la scelta di mettere in risalto la lunga impunità del responsabile hanno creato un racconto mediatico di forte impatto emotivo sul lettore. Molti articoli hanno anche accompagnato il testo con foto di repertorio di cani e forze dell’ordine sul luogo (ad esempio immagini di cartelli che avvisavano della presenza di esche avvelenate, oppure agenti della Polizia Civile in azione) per visualizzare la gravità della minaccia e la risposta delle autorità. Questo ha contribuito a rafforzare il tono di condanna e sollievo per la fine di una lunga serie di crimini.

In netto contrasto con l’ampio eco avuto in Italia, la vicenda non ha trovato un grande spazio sui media internazionali più importanti. Nei dieci giorni successivi all’identificazione del sospetto, testate estere di primo piano come BBC, CNN, The Guardian o Le Monde non risultano aver pubblicato articoli dedicati a questo fatto di cronaca. La notizia del “serial killer di cani” sembra dunque essere rimasta confinata all’attenzione locale e nazionale. Questo può sorprendere, dato l’elemento insolito della storia (un anziano accusato di uccidere animali sistematicamente per oltre un decennio); tuttavia, va notato che spesso la stampa internazionale tende a coprire casi di maltrattamento di animali all’estero solo se hanno un forte valore simbolico o emotivo riconoscibile universalmente. In questo caso specifico, non c’erano elementi come personaggi celebri coinvolti o implicazioni internazionali – si tratta di una serie di crimini circoscritti a una piccola repubblica. Di conseguenza, la notizia è stata rilanciata quasi esclusivamente dai media italiani, e le fonti estere rilevanti hanno al più ripreso brevemente i dispacci delle agenzie italiane senza particolari approfondimenti. Ad esempio, l’Associated Press ha diffuso sui social un breve resoconto in lingua italiana della vicenda, segno che l’episodio è entrato nelle notizie di agenzia, ma non ha guadagnato articoli originali sulle testate generaliste internazionali. In sintesi, per la stampa estera il “Dog Serial Killer” di San Marino non ha rappresentato un titolo di rilievo, a differenza di come è stato percepito in Italia. Questo evidenzia una differenza di prospettiva: ciò che in ambito locale è stato vissuto come un incubo lungo anni e dunque notizia di apertura, su scala globale è passato quasi inosservato, probabilmente catalogato come curiosità di cronaca regionale.

Il caso dell’anziano avvelenatore di cani ha mostrato chiaramente come la eco mediatica di una vicenda possa variare drasticamente da un contesto nazionale a quello internazionale. In Italia, giornali e siti web hanno adottato toni forti e coinvolgenti, con titoli che parlavano alla pancia dei lettori (sfruttando shock e sollievo) e articoli ricchi di dettagli investigativi, riferimenti legislativi e reazioni della comunità. Ogni testata ha aggiunto la propria sfumatura: chi enfatizzando la caccia al colpevole finita bene dopo lunghi anni, chi denunciando le pene inadeguate per chi uccide animali, chi dando voce agli animalisti e ai cittadini indignati. All’estero, invece, il frame narrativo costruito dai media italiani – il “mostro” ottantenne finalmente smascherato e l’epilogo di una lunga serie di crimini contro gli animali – non è stato praticamente ripreso. Il tono drammatico e la forte attenzione dedicata in patria non hanno avuto un corrispettivo sulle testate internazionali, segno che il valore di notiziabilità di eventi del genere viene valutato in modo diverso a seconda del pubblico di riferimento. In conclusione, l’analisi comparata mostra che questa vicenda ha fatto molto rumore entro i confini italiani, mentre per la stampa mondiale è rimasta appena un sussurro. Ciò mette in luce come i media italiani, sensibili sia al tema del maltrattamento animale sia all’impatto locale della storia, abbiano costruito una narrazione corale di indignazione e sollievo, laddove i media internazionali l’hanno trattata (quando l’hanno notata) come una breve parentesi di cronaca curiosa priva di ampia risonanza.

Fonti

  • Matteo Pignagnoli, “San Marino, preso il ‘killer dei cani’: «Un incubo che durava da 15 anni, è un pensionato che confezionava esche avvelenate»”, Corriere della Sera (Corriere di Bologna), 18 aprile 2025.
  • Alessandro Sala, “Ha ucciso 40 cani in 15 anni a San Marino, individuato il serial killer. Ma sconterà pene leggere, le nuove norme non erano ancora in vigore”, Corriere della Sera, 19 aprile 2025.
  • Donatella Filippi, “Preso il serial killer dei cani: in 15 anni ne ha uccisi 40”, Il Resto del Carlino (Rimini), 18 aprile 2025.
  • Lorenzo Muccioli, “Cani uccisi a San Marino, il presunto killer si difende: ‘Non li ho avvelenati io’”, Il Resto del Carlino (Rimini), 20 aprile 2025.
  • F.Q. (Il Fatto Quotidiano), “Catturato il presunto ‘serial killer’ dei cani: un ottantenne di San Marino accusato di averne avvelenati oltre 40”, ilfattoquotidiano.it, 18 aprile 2025.
  • Massimo Balsamo, “«Incastrato dalle telecamere». Fermato il killer dei cani dopo 15 anni”, Il Giornale, 17 aprile 2025.
  • Ivo Albertucci, “San Marino, preso il serial killer dei cani: l’anziano 80enne in 15 anni ha ucciso almeno 40 animali”, La Stampa (La Zampa), 18 aprile 2025.
  • San Marino, identificato e denunciato a piede libero il presunto ‘killer dei cani’. Ma lui si dichiara innocente”, TGCOM24, 20 aprile 2025.
  • Rai News TGR Emilia-Romagna, video-servizio “San Marino, serial killer dei cani. È un 80enne il sospettato di 40 morti in 15 anni”, 17 aprile 2025.