Il mistero a un passo dalla soluzione: quel corpo sarebbe di Guerrina. Gli inquirenti aspettano solo le analisi definitive del Dna

guerrina piscagliaOrmai si contano le ore. Tutti aspettano la conferma che quel cadavere ritrovato nel piccolo cimitero di San Gianni è davvero quello di Guerrina Piscaglia. Dicono che chi sta seguendo le indagini sa già la verità, e manca solo la conferma definitiva che quello scheletro rinvenuto dentro il piccolo ossario a pochi chilometri da Sestino, è veramente il corpo della casalinga scomparsa il primo maggio di quasi un anno fa da Ca’ Raffaello.

Secondo alcune indiscrezioni emergono nuovi particolari sui resti. Il Ris di Roma sta facendo verifiche approfondite sulle ossa recuperate. I tessuti ossei sono stati immersi in speciali liquidi e sottoposti ieri anche a una Tac. Per ricomporre almeno un tassello di questo mosaico inquietante,serve l’estrazione completa del Dna dai resti umani ritrovati: una risposta scientificamente perfetta, inconfutabile, della comparazione con il profilo di Guerrina.

Quel che resta di un corpo umano non doveva stare in quell’ossario, questo è sicuro. Lo confermano anche gli addetti comunali. La cassa toracica che è stata ricomposta con i pezzi recuperati dalla botola, è completa e aveva ancora carne, pelle e cartilagine attaccati. Mentre le salme che vengono per legge trasferite nell’ossario, hanno già subito una decomposizione completa.

Tra i resti rinvenuti, altri particolari agghiaccianti. Ci sono parti di gambe e braccia e il cranio, ma senza mandibola. Il cadavere ritrovato potrebbe essere stato prima bruciato, ma la combustione non avrebbe fatto in tempo a eliminare ogni traccia. Così l’ipotesi più probabile è che il corpo sia stato nascosto sotto terra per un po’ di tempo. E poi, in un secondo momento, disseppellito per essere fatto a pezzi e poi gettato nell’ossario di San Gianni. Chi avrebbe agito lo avrebbe fatto in modo approssimativo, forse per fretta o poca esperienza. Per tagliare le parti del corpo, potrebbe aver utilizzato una sega o un coltello affilato, usato solitamente per disossare carne animale. Magistrati e medico legale però non confermano nulla.

La posizione di padre Gratien Alabi è sempre più critica. Ed è molto probabile che sul tavolo del gip Ponticelli sia già arrivata la richiesta di arresto a carico del sacerdote. Se il capo d’imputazione resterà quello di favoreggiamento in omicidio o sequestro di persona, infatti, gli inquirenti non potrebbero rinnovare il suo divieto d’espatrio, che scade il 25 aprile. I tempi stringono. Il Ris sente il fiato sul collo dei magistrati, ma ha ancora bisogno di tempo. La svolta di questo giallo però è tutta nel cadavere ritrovato. 

Rita Celli, Il Resto del Carlino