Intervista al Consigliere uscente, Segretario e candidato di Libera, Matteo Ciacci.
Segretario Ciacci, qual è la vostra posizione sulla questione abitativa nella Repubblica di San Marino?
“La nostra prospettiva è ben definita: vogliamo assicurare una casa dignitosa a ogni cittadino. Abbiamo fatto una battaglia importante su questo tema e tanti cittadini, giovani in primis, si sono avvicinati.
In questi anni si è riusciti a far approvare, con difficoltà visto il disinteresse iniziale della politica un emendamento per l’innalzamento da 130 a 170mila euro del tetto per la richiesta mutuo prima casa e si è aumentato il rimborso degli interessi da parte dello Stato del 5% per ogni scaglione. Piccoli risultati, oggi però fa sorridere come tutti sembrano avere ricette miracolose e si siano accorti del problema. La campagna elettorale fa miracoli”.
C’è il tema degli ecomostri sul territorio.
“Anche qui non mi va di lanciare proposte mirabolanti. Libera ha chiesto e ottenuto di dare il via all’osservatorio immobiliare per avere dati sul sistema e fare una valutazione sui prezzi degli affitti arrivati a cifre vertiginose. Per me è questo il modo più serio per agire e affrontare il problema.
Sullo sfitto e gli immobili in pancia alle banche abbiamo una proposta concreta: vogliamo stilare un patto fra banche e Stato, anche alla luce degli aiuti che sono stati dati in questi anni agli istituti di credito, per prevedere che in caso di vendita degli immobili in territorio per edilizia popolare, la svalutazione a bilancio possa avvenire in più anni, evitando criticità patrimoniali”.
Libera è stata molto attiva anche sul tema del carovita, caro bollette e politiche dei salari. Che fare?
“Va restituito alle famiglie il potere d’acquisto perso! Abbiamo proposto politiche di welfare aziendale e chiesto di ridurre le tasse su premi e incentivi per i dipendenti meritevoli. Anche qui: va messo in pratica quello che diciamo da anni dall’ opposizione e che il Governo uscente non ha fatto. C’è tanto, troppo non fatto”.
Quali misure proponete per supportare le famiglie?
“Le famiglie sono il fulcro della nostra società e meritano un sostegno concreto.
Abbiamo già aumentato, grazie ad una nostra proposta, gli assegni famigliari, con fatica, del 10%. Troppo poco. I soldi del debito il Governo uscente li ha messi nelle banche e per aumentare la spesa corrente produttiva, noi invece vogliamo più welfare e più sviluppo. Per la famiglia parte dalla mentalità, da un nuovo rapporto tempi di vita e di lavoro. Per questo parliamo di settimana corta in alcuni ambiti, di smartworking, di incentivi al part-time per le mamme, di investimenti per sostenere asili nido, congedi e centri estivi”.
Come intende affrontare il problema del debito estero della Repubblica?
“La gestione del debito estero deve essere trasparente e responsabile. Ci rendiamo conto che non abbiamo potuto vedere il contratto per il primo prestito ponte Carghill?
Paghiamo 22 milioni di interessi all’anno, per un totale, fino al 2027, di 120 milioni”.
Come fare in concreto per ridurre il debito?
“Noi proponiamo di rinegoziare i termini del debito per ottenere condizioni più favorevoli e sostenibili, sganciandosi gradualmente dagli advisor internazionali attraverso un Ministero del Tesoro, valorizzando le nostre competenze interne. Il debito estero va ridotto, trasformato in debito interno e va dato un segnale chiaro anche sul prestito irredimibile di Cassa di Risparmio, migliorando il nostro rating come Paese.
È cruciale un piano di sviluppo economico che stimoli la crescita e l’occupazione, diminuendo così il peso del debito nel lungo periodo”.
Crescita quindi. Che prospettive vede in termini di sviluppo per il nostro Paese?
“Liberiamo l’impresa da stupidi stereotipi ormai anacronistici. Va combattuta la povertà non la ricchezza. Il nostro Paese non è più competitivo sulle piccole attività: proponiamo un regime dei minimi a livello fiscale, zero burocrazia e di abbattere i minimi contributivi.
Per le grandi attività l’accordo con l’Unione europea e la riforma delle imposte indirette può essere un tocca sana”.
Qual è la vostra strategia per migliorare il sistema sanitario di San Marino?
“Innanzitutto chiediamo a gran voce la più assoluta discontinuità con la passata legislatura e con metodi anacronistici e anticostituzionali che non possono essere più tollerati dentro l’Iss. Consulenze, amici degli amici, progetti per il Nuovo Ospedale mai realizzati ma solo pagati e un servizio che non è più all’altezza in molti casi con tanti nostri concittadini costretti a rivolgersi al privato. Il pesce, come si suol dire, puzza dalla testa”.
Tutti ancora si ricordano della vostra raccolta firme sulla Cot: è servita a qualcosa?
“E’ servita a ripensare al modello che per noi significa rimettere al centro la persona e, nello specifico, il medico di famiglia. Non ci fermeremo: servono riferimenti concreti e umanità, soprattutto per gli anziani e i più fragili, non solo numeri di telefono”.
Cosa intendete fare per i giovani?
“Generazione Libera, il nostro giovanile, l’ha detto chiaramente: ascoltiamo i nostri ragazzi e cerchiamo di aprire ogni possibilità per loro, stimolandoli. La precarietà e l’incertezza non può essere combattuta solo con “il posto sotto lo Stato. Crediamo che sia fondamentale creare un ponte tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro, promuovendo l’innovazione e le competenze digitali, settori chiave per il futuro”.
Ultima domanda a bruciapelo e su una questione su cui si è sempre impegnato: dei correntisti ex Cis si sono scordati tutti?
“Come ho già avuto modo di dire si tratta di una ferita aperta che non può più essere ignorata. Continueremo a dare battaglia per il diritto degli ex correntisti a una risoluzione giusta e trasparente di questa vicenda. E’ questione di giustizia e dignità, non la lasceremo cadere nel vuoto”.
David Oddone
(La Serenissima)