
Il gas è in picchiata, le bollette no. Arriva al Ttf di Amsterdam l’effetto dell’accordo europeo sul price cap per il gas, con una quotazione – 97,5 euro per megawattora che è la più bassa dallo scorso giugno. Con il Natale alle porte e l’inverno che incombe è una buona notizia, ma l’effetto sulla quotazione non si traduce in una simultanea discesa del caro-bollette. Il price cap, infatti, scatta solo quando il tetto che è più alto della quotazione attuale, 180 euro a megawattora venga superato per tre giorni consecutivi, e solo in presenza di una differenza di almeno 35 euro superiore al prezzo medio del gas naturale liquefatto calcolato su una media di mercati internazionali. Insomma, al momento il price cap non dovrebbe avere influenze sul costo delle bollette per famiglie e imprese. Che, con l’arrivo del freddo, potrebbero anzi addirittura crescere, nonostante l’azzeramento degli oneri di sistema su luce e gas e il taglio al 5 per cento dell’Iva sul gas. A frenare le aspettative aveva già provveduto Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Che, in una intervista a Repubblica, aveva spiegato come più che il price cap una mano ai consumatori potrebbero darla «le condizioni del meteo», poiché i prezzi «stavano iniziando a salire perché era arrivato il freddo» già prima che la Ue puntasse sul price cap, e poiché al momento «le previsioni sono buone» si può sperare che siano le temperature ad aiutare gli italiani a consumare di meno. Anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ieri, in audizione alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, ha spiegato come il price cap «non è la definizione del prezzo del gas, ma è una misura anti-speculazione. Il prezzo del gas è dettato dal rapporto tra venditore e compratore. Per rendere un’idea, il cap funziona come in borsa, quando viene sospeso un titolo per eccesso di ribasso o rialzo». E ancora Besseghini ha ricordato come il rischio, semmai, è che i fornitori, di fronte alla prospettiva di non poter aumentare i prezzi a causa del tetto in caso di quotazioni al rialzo, potrebbero chiedere già adesso un adeguamento dei contratti in essere.
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