Di fronte all’insistenza con cui sui quotidiani locali esponenti del PSD continuano a sostenere che, in buona sostanza, l’Unione Europea starebbe aspettando a braccia aperte di accogliere il nostro paese al suo interno, credo sia doveroso precisare nuovamente quanto segue.
Il 27 agosto 2007 l’allora Segretario di Stato per gli Affari Esteri aveva inviato una lettera alla Commissione Europea, nella quale chiedeva di “discutere la possibilità di introdurre la sua candidatura a membro dell’Unione Europea”.
La risposta del Presidente della Commissione Europea del 6 dicembre 2007 dava atto delle intenzioni del Governo sammarinese di iniziare un processo finalizzato ad intensificare l’integrazione di San Marino verso l’Unione Europea. E proseguiva: “Considerato il nostro comune desiderio di mantenere e, se possibile, intensificare ed ampliare ulteriormente le nostre già strette relazioni ho richiesto ai miei servizi di valutare la situazione e di esaminare le opzioni possibili. Il tema potrebbe essere ulteriormente discusso in occasione della prossima riunione del Comitato di cooperazione San Marino – Unione Europea.”
Se è certo che tale risposta è interlocutoria, di sicuro non si può dire che dalla stessa traspaia un particolare entusiasmo rispetto all’ipotesi di un ingresso di San Marino nell’Unione Europea.
Peraltro il Dr. Mathias Brinkmann, Capo Unità Direzione Generale Relazioni Esterne della Unione Europea, invitato ad un convegno pubblico dalla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri proprio nel luglio 2007, era stato molto chiaro nell’escludere realisticamente la possibilità per San Marino di entrare nell’Unione Europea, quanto meno nel breve o medio periodo.
I contatti avuti recentemente dal nostro Ambasciatore presso l’Unione Europea e quelli da me avuti personalmente col Commissario Ferrero-Waldner hanno confermato l’impercorribilità della strada dell’adesione del nostro paese all’Unione Europea nel breve o medio periodo. Le difficoltà legate all’allargamento dell’Unione Europea a 27 paesi e l’attesa dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona hanno spinto l’Unione ad una pausa di riflessione, che significa che un nostro eventuale ingresso, sempre ammesso e concesso che sia ritenuto utile da San Marino, non potrebbe aver luogo prima di 15–20 anni. E sempre che l’Unione Europea sia disposta a ripensare vari aspetti del funzionamento delle sue istituzioni, fra cui ad esempio le circoscrizioni elettorali, per tener conto delle dimensioni e delle esigenze specifiche dei micro-Stati.
La politica è chiamata a dare risposte in tempi ragionevolmente brevi. I problemi dei nostri studenti, dei nostri lavoratori, dei nostri imprenditori o anche solo di chi intende muoversi all’interno dello spazio comunitario necessitano di risposte. Così come non è indifferente per lo sviluppo di San Marino il rapporto con l’Unione Europea.
Il Governo attuale, alla luce degli incontri e riscontri avuti e di cui ha riferito nell’aula consiliare, ritiene che l’ipotesi dell’ingresso di San Marino nello Spazio Economico Europeo sia una importante opportunità per il paese ed intende approfondirla al meglio ed al più presto per dare ai cittadini le risposte che la politica è chiamata e tenuta a dare. E ritiene che sia l’unica ipotesi realistica, in questa fase, per addivenire ad una maggiore integrazione con l’Unione Europea.
Se il PSD è interessato a dare un contributo utile in questa direzione il Governo sarà lieto di coglierlo; se invece preferisce ragionare su ipotesi di lungo o lunghissimo periodo, faccia pure. Il Governo attuale preferisce la concretezza all’utopia.
IL SEGRETARIO DI STATO
Antonella Mularoni