IL SEGRETARIO GIOVAGNOLI SU BCSM DOPO IL DIBATTITO IL CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

Al termine di due sessioni di Consiglio Grande e Generale che hanno mostrato con grande evidenza le contraddizioni e i tentativi di insabbiamento del “caso” Banca Centrale, è necessario ribadire che non è stata fatta chiarezza rispetto alle pressioni esercitate da “alfa” e “beta”, che non è sufficiente, dal punto di vista politico, rimettere il giudizio a quanto emergerà nelle indagine giudiziarie in corso, che il governo si deve assumere tutta le responsabilità di quanto determinato, degli effetti sulla reputazione del nostro Paese e sulla valutazione negativa da parte del Fondo Monetario Internazionale che afferma che la decapitazione di Banca Centrale rischia “di minare la credibilità del processo di riforma nel settore finanziario e la reputazione delle autorità finanziarie del Paese.”
Il Partito dei Socialisti e dei Democratici ha cercato di far emergere la verità ed ha criticato il richiamo demagogico alla necessità di avere vertici di Banca Centrale sammarinesi: come poi si è verificato, l’auspicabile ma strumentale dichiarazione del Segretario per le Finanze, di investire su concittadini, è caduta nel vuoto.
Questo conferma i dubbi circa le vere intenzioni di qualcuno nell’esecutivo, nel procedere dapprima al licenziamento del capo della vigilanza, poi al dimissionamento annunciato del Prof. Papi e del Dott. Bossone.
La repentina nomina del Dott. Reggia, sulle cui qualità non eccepiamo, non è stata condivisa dalla minoranza e non è stato possibile, come invece accaduto un anno or sono, confrontarsi su un ventaglio di possibilità e di arrivare ad una soluzione condivisa, necessaria ora più di allora per garantire l’esterno rispetto le nostre capacità di far fronte comune rispetto al delicato momento.
Anche questa volta è visibile la mano di un “macchinista” che riesce a manovrare quasi indisturbato il carrozzone del governo e impedisce, creando conflitti e tensioni nella stessa maggioranza, che i legittimi richiami rispetto al rinnovamento e soprattutto ad una azione più incisiva e responsabile di contenimento della crisi e di sviluppo dell’economia, emergano.
Il PSD conferma la sua linea di opposizione ad un modo di governare autoritario, intollerante e autoreferenziale, che semina dissidi invece che ricercare l’unità del Paese e che vede nell’azione spregiudicata del Segretario per le Finanze il suo più evidente ispiratore e non cede alle lusinghe di chi, nella speranza di ottenere minor opposizione, fa richiami all’abbassamento dei toni. Qualora giungano inviti alla condivisione, assieme a valutazioni autocritiche, da parte di movimenti o di singole persone, il PSD ci sarà per il bene del Paese, ma non per confuse manovre che vanno al di là del senso della legge elettorale, soprattutto non sarà disponibile a condividere un modo di agire verso il Paese che sta già dando risultati nefasti dentro e fuori la Repubblica.

 

Il Segretario
Gerardo Giovagnoli