In Penisola è allarme West Nile: stimate già 10mila infezioni, atteso il picco dopo Ferragosto

Mentre il virus West Nile continua a diffondersi in diverse aree del Paese, cresce l’allerta sanitaria: secondo stime basate sui decessi registrati nel 2025, le infezioni potrebbero aver già raggiunto quota 10mila, la maggior parte delle quali asintomatiche. A preoccupare non è solo il numero crescente dei casi, ma l’imprevedibilità della diffusione del virus, trasmesso dalle comuni zanzare Culex, attive in particolare nelle aree urbane e rurali durante i mesi più caldi.

Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, i casi confermati sono 31, ma i numeri reali potrebbero essere molto più elevati. Finora si contano nove vittime, di cui quattro in Campania. Gli episodi si concentrano soprattutto nel Lazio e in Campania, ma l’infezione ha raggiunto anche la Lombardia, dove nelle ultime ore sono stati accertati due casi: una donna di 38 anni a Milano e una 66enne ricoverata a Pavia. Altri due contagi si sono verificati ancora in Campania, con uno dei pazienti in gravi condizioni, mentre a L’Aquila si indaga su un sospetto caso.

Le autorità sanitarie hanno già attivato controlli sulle donazioni di sangue. Nei territori dove il virus è presente, ogni sacca viene sottoposta a test specifici. Invece, nelle zone non ancora interessate dal contagio, ai donatori che hanno soggiornato in aree a rischio è richiesto di sospendere le donazioni per 28 giorni.

Sebbene l’attenzione sia alta, le istituzioni regionali invitano a mantenere la calma. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha definito la situazione sotto controllo, pur esprimendo critiche sulla gestione del Ministero della Salute. Anche il direttore generale del Welfare lombardo, Mario Melazzini, ha rassicurato: non ci sarebbe alcuna emergenza sanitaria in atto.

Tuttavia, medici e ricercatori lanciano un appello alla prudenza. Secondo Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie infettive e tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, un aumento dei contagi comporterebbe inevitabilmente un incremento dei casi gravi, inclusi quelli di neuro-encefalite, e dei decessi. Proprio per questo è stata attivata dalla Fiaso, la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere, una rete nazionale di ospedali sentinella, già collaudata durante la pandemia da Covid-19, per monitorare la situazione con una struttura capillare ed efficace.

Oggi, giovedì 31 luglio, si guarda con preoccupazione all’imminente picco post-Ferragosto, quando la combinazione tra caldo, umidità e incremento del turismo potrebbe favorire una nuova ondata di contagi. Sorveglianza, prevenzione e informazione restano le armi principali per contenere un virus che, al momento, si muove in modo ancora troppo imprevedibile.