Industriali San Marino all’Italia: più rispetto per le nostre imprese

(dire.it) Anche l’Associazione degli industriali sammarinesi (Anis) vuole conoscere i motivi della mancata firma, finora, degli accordi con l’Italia. Lo dice il presidente Paolo Rondelli aprendo la seconda giornata del Forum Ambrosetti che si concluderà nel pomeriggio a San Marino. “Il governo di San Marino e quello italiano- sottolinea- hanno il dovere di comunicare ufficialmente queste ragioni. Lo chiediamo perché è questione di rispetto dei nostri diritti di cittadini e di imprenditori”.

 

Chiede chiarezza Rondelli, ricordando che non ci sono solo “oltre 5.000 lavoratori italiani che tutti i giorni salgono per lavorare nelle nostre imprese”. Le aziende sammarinesi, infatti, da sempre investono molto in Italia, assicurando così lavoro a 4.000 persone. Ora la crisi si sente, prosegue nella sua analisi il presidente dell’Anis, “cassa integrazione, aumento della disoccupazione sono anche la nostra realtà”. Gli imprenditori stanno reagendo, e il Forum ha dato e dà il suo contributo. Però, stigmatizza Rondelli, “troppo spesso le nostre imprese e il nostro Paese vengono trattati con inaccettabile leggerezza. Molte volte abbiamo assistito all’enunciazione di tante accuse, a cui non hanno fatto seguito condanne vere, quelle dei tribunali o dell’amministrazione finanziaria italiana”.

Ora San Marino è alle prese con lo scudo fiscale, che minaccia “i 13,6 miliardi di depositi sammarinesi accumulati complessivamente in tutta la nostra storia. Ben poco rispetto all’evasione italiana che viene indicata in 200 miliardi all’anno”. Le regole stanno cambiando in fretta, conclude Rondelli, convinto che questo mutamento farà “crescere una nuova, migliore San Marino, ancora più vera e professionale”. Insomma “non tutto il male viene per nuocere”.