Io domani non sciopero! Dal governo tanti sì e un no prettamente tecnico: perchè questo incomprensibile sciopero generale a san Marino? … di Enrico Lazzari

Conto alla rovescia iniziato per lo sciopero generale che, come al solito, non porterà nulla nelle tasche dei lavoratori. Anzi, chi sciopererà con la speranza di indurre il governo a rivoluzionare in extremis la Legge di Bilancio (che comunque anche senza sciopero verrà corretta da alcuni emendamenti mirati a soddisfare le richieste sindacali) si ritroverà con la prossima busta paga più leggera (leggi qui) e maggiori difficoltà ad affrontare le conseguenze dell’inflazione.

L’ostacolo rivelatosi insormontabile, sentendo i vertici sindacali, è stato quello della redistribuzione delle risorse per far fronte all’aumento del costo della vita per lavoratori e famiglie sammarinesi. Lo sciopero generale previsto per domani, quindi, è confermato, nonostante concrete e impattanti aperture messe nero su bianco dal governo, ovvero sulla garanzia di attuazione, nei primi mesi del nuovo anno, di interventi mirati a sostegno delle categorie più deboli.

Ho detto aperture concrete. E non a caso, visto che nell’ultimo incontro con Csdl, Cdls e Usl -da quanto trapelato in forma ufficiosa da fonti di maggioranza- il governo aveva accolto più di una richiesta sindacale come, ad esempio, la rivalutazione al 25% delle fasce di reddito per l’assegno famigliare integrativo, nonché l’innalzamento immediato degli assegni familiari per un ulteriore 10% e -successivamente all’introduzione dell’ICEE che si vorrebbe introdurre con decreto entro il prossimo 31 dicembre- di un altro 10% per le famiglie più in difficoltà.

L’unica chiusura netta del governo alle rivendicazioni sindacali, in pratica, sarebbe arrivata sul “fiscal drag” (drenaggio fiscale, ovvero provvedimenti mirati a limitare gli effetti di un momento in cui si verifica l’aumento della pressione fiscale sul reddito a causa di una inflazione in forte crescita), ritenendo inutile l’introduzione di ogni nuova norma direttamente nella Legge di Bilancio in seconda lettura in questa sessione “fiume” del Consiglio Grande e Generale. Su questa tematica, comunque, l’esecutivo avrebbe preannunciato l’individuazione di due strade senza intervenire sula Legge di Bilancio, una alternativa all’altra: l’aggiornamento degli scaglioni di imposta come già previsto dalla normativa regolante l’Igr, o una soluzione legata all’introduzione dell’Icee che permetterebbe interventi mirati e di maggiore efficacia sulle famiglie e situazioni più disagiate.

Basta ciò per motivare uno sciopero generale? E’ razionalmente sufficiente il non accoglimento della richiesta di inserire ora nel Bilancio una apposita norma in tal senso, a fronte di rassicurazioni di intervento anche in questa materia, per giustificare la proclamazione di uno sciopero generale? A io parere no… A parere dei tre sindacati, evidentemente, sì!

Ancor meno giustificabile, lo sciopero generale, appare alla luce di altre concrete aperture e accoglimenti delle rivendicazioni sindacali, come quelle sull’adeguamento a 25mila euro annui dei parametri di accesso al reddito minimo famigliare, previsto in 800 euro più 200 per ogni convivente e rimborso per eventuale canone di affitto fino a 700 euro mensili.

Provvedimenti governativi assicurati anche per far fronte al caro-mutui, le cui rate sono schizzate con l’aumento dei tassi di interesse mettendo in ginocchio non pochi sammarinesi e nuclei familiari. La disponibilità annunciata ai sindacati in tal senso prevede interventi tesi a mitigare l’impatto del caro-interessi in caso di mutuo ipotecario acceso sull’abitazione di residenza da sammarinesi con un reddito personale non superiore a 25 mila euro annui. Intervento assicurato illustrando anche le metodologie previste: congelamento dell’importo all’ultima rata del 2022 e recupero dell’eccedenza a fine mutuo senza interessi o, sempre senza interessi aggiuntivi per il ritardo del rimborso, durante il periodo di rientro qualora i tassi dovessero crollare.

Impegno assunto, perdipiù, anche per adeguare in una apposita legge sulla famiglia, le norme attinenti gli asili nido e disponibilità a confrontarsi concretamente e costruttivamente con i sindacati pure in materia di pensioni e pensionati

Se, poi, ai nuovi provvedimenti sopra citati aggiungiamo gli “aiuti” già in essere, le accuse sindacali divengono -a mio parere- addirittura pretestuose. Quali altri paesi, ad esempio, vedono i cittadini beneficiare dei vantaggi “Smac” che tolgono alle case pubbliche introiti economici rilevanti riversandoli direttamente sui sammarinesi? O i costi energetici calmierati dalle “tariffe sociali” (costo circa 15 milioni annui di mancati introiti), ai  sostegni alle famiglie, all’edilizia sociale che trova oltre quattro milioni e mezzo di euro di stanziamento previsto per l’anno prossimo, alla sanità -forse unico stato al mondo- completamente gratuita e non gravata da ticket di sorta, gli aiuti per favorire il diritto allo studio e così via…

Eppure, il mancato inserimento di una norma ad hoc, una sola norma sostanziale non accolta, sarebbe stata sufficiente per proclamare uno sciopero generale che mi appare sempre più immotivato. Specie in questo momento, visto che determina un ammanco economico per le tasche, già provate da caro energia e inflazione impazzita, dei lavoratori che vi aderiranno

Non so voi che farete domani, se sciopererete perchè convinti dell’utilità -in questo specifico caso- di questa iniziativa sindacale, sacrificando parte del vostro prossimo stipendio per quello che mi appare più come un “capriccio” di Csdl, Cdls e Usl che non un mezzo per ottenere diritti o vantaggi concreti. O, forse, se non ve ne possa fregare di meno della “lotta” operaia o dell’aspetto politico con cui qualcuno cercherà di “addobbare” lo stesso sciopero, ma approfitterete della ghiotta occasione per allungare il week-end… Io non sono un lavoratore dipendente della Repubblica di San Marino, ma, se lo fossi, andrei convintamente al lavoroCon più entusiasmo di qualunque altro giorno, e non solo perchè come italiano, quindi eventualmente sarei un frontaliero, non avrei alcun vantaggio da quanto rivendicato, ma perchè sarebbe un messaggio contro la sterilità (se non l’impropria finalità politica) dell’azione sindacale, in questi casi più funzionale alla sopravvivenza del sindacato che non agli interessi dei lavoratori.

Perchè, chiedo ai vertici sindacali, in un momento di “magra” come questo, visto che un giorno di sciopero non farà certamente cambiare linea al governo (che comunque ha messo in campo importanti provvedimenti in materia)… Perchè -dicevo- invitare i lavoratori a rinunciare a parte dello stipendio prossimo quando, per sensibilizzare la politica, sarebbe stato sufficiente mandare sul Pianello una delegazione di dirigenti e delegati sindacali (che sarebbe stata certamente folta), magari ad oltranza, giorno e notte, per tutta la durata di questa sessione del Consiglio Grande e Generale senza complicare ulteriormente l’impresa di tanti lavoratori di arrivare a fine mese il mese prossimo?

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari