Una maxi truffa per 21 milioni di euro è stata scoperta dalla guardia di finanza di Asti, che ha eseguito 10 misure cautelari di cui 8 in carcere e due ai domiciliari, con il sequestro preventivo di conti correnti, imbarcazioni di lusso, immobili e società. L’operazione, denominata ‘Warranty’ e coordinata dalla procura di Asti, ha permesso di disarticolare un gruppo organizzato attivo tra astigiano, Lombardia (anche a Milano), Lazio e Sardegna. Tra le vittime anche l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti difesa dall’avvocato riminese Filippo Cocco.

L’organizzazione, attiva tra l’astigiano e le province di Milano, Monza, Como e Lodi, con false identità otteneva finanziamenti come ‘fondo di garanzia Covid’ e prestiti bancari. In particolare, gli accertamenti dei finanzieri astigiani hanno portato alla luce una truffa perpetrata attraverso l’utilizzo di società già esistenti e rilevate dagli indagati e di altre da loro create per farne veicolo di frode. Le società erano rese artificiosamente affidabili mediante l’utilizzo di bilanci artefatti, anche riciclando quelli redatti dalla precedente proprietà delle società acquisite in un momento in cui erano attive ma con dati economico-finanziari falsi, poiché riferiti a un periodo di sostanziale inattività. (………)
Irene Pivetti tra le vittime della truffa

Ci sarebbe anche l’ex presidente della Camera, Irene Pivetti, tra i privati vittime della maxi truffa. Dalle carte dell’inchiesta emerge infatti che due degli indagati, “in concorso tra loro e previo concerto” offrendo false fideiussioni del valore di 15 e 20 milioni, “nella trattativa con la società Only Italia Logistic per l’acquisto di 6.965.577 di mascherine facciali del tipo Kn95 e di 472.000 mascherine chirurgiche per un valore complessivo di 19.786. 815,60 euro inducevano in errore Pivetti Irene, amministratore unico della società venditrice, sulla serietà dell’impegno negoziale assunto e sull’effettività dell’obbligazione presa in carico la di corrispondere il relativo prezzo garantito”.
“Infatti – si legge nelle carte – da fideiussioni false si procuravano l’ingiusto profitto ingente pari al valore della merce acquistata e non pagata, malgrado l’effettiva consegna negoziale documentate da fatture emesse a favore di una società bulgara amministrativa da un soggetto inesistente nel ruolo di acquirenti intermedio”. Milanotoday.it