Il decesso di Papa Francesco ha suscitato reazioni tiepide da parte delle autorità israeliane. A differenza di altri leader mondiali, né il primo ministro Benjamin Netanyahu né il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar hanno inviato messaggi di condoglianze. Anzi, Sa’ar ha richiesto la rimozione dei post di cordoglio pubblicati dalle ambasciate israeliane all’estero, scatenando malumore tra gli ambasciatori, soprattutto in paesi di fede cattolica. Questi post esprimevano parole come «Riposa in pace, papa Francesco. Che la sua memoria sia una benedizione».
Solo il presidente Isaac Herzog ha espresso un pensiero, auspicando che la memoria del Papa possa ispirare atti di speranza e bontà. La mancata partecipazione ufficiale e le cancellazioni dei messaggi sono state attribuite alle dichiarazioni di Francesco su Gaza, considerate scomode dall’amministrazione israeliana. In particolare, il Papa aveva definito quanto accade nella Striscia come «crudeltà» e aveva accusato Israele di bombardare bambini e usare mitragliatrici contro i civili. Questa posizione avrebbe influenzato le scelte di risposta delle autorità israeliane, che hanno preferito mantenere un profilo basso nel ricordare il Pontefice.