Jannik Sinner ha riscritto la storia del tennis italiano, conquistando il suo primo titolo a Wimbledon con una vittoria spettacolare contro Carlos Alcaraz. Il punteggio, 4-6, 6-4, 6-4, 6-4, racconta solo in parte una partita intensa, tecnica, emotiva, che ha visto il ventitreenne altoatesino imporsi sul due volte campione in carica, dopo quasi tre ore di battaglia sul campo centrale.
Quella di oggi non è stata solo una finale, ma il culmine di un percorso iniziato anni fa, fatto di sacrifici, pazienza e costante miglioramento. Sinner era arrivato a Wimbledon da numero uno del mondo, ma ancora a caccia del titolo più prestigioso del circuito. Dopo le due vittorie agli Australian Open e il successo agli US Open, mancava solo Londra per completare il trittico dei sogni. Lo ha fatto con la lucidità di un veterano, dominando progressivamente un avversario che fino a quel momento sembrava imbattibile nei Major.
Alcaraz aveva cominciato forte, prendendosi il primo set con la sua solita energia e aggressività, ma la risposta di Sinner non si è fatta attendere. Ha aggiustato il servizio, aumentato la profondità dei colpi e alzato il livello mentale. Dal secondo set in poi, ha dato l’impressione di avere il controllo della partita, rispondendo con freddezza nei momenti più delicati e mettendo pressione con un tennis pulito, preciso e aggressivo.
Il momento simbolo della giornata è arrivato nel quarto set, quando un tappo di champagne lanciato sugli spalti ha interrotto un punto. La scena, surreale, ha mostrato tutta la compostezza del tennista italiano, che si è chinato, ha raccolto il tappo e lo ha passato all’arbitro con un sorriso tranquillo. Un gesto piccolo ma significativo, che riassume il suo stile: silenzioso, rispettoso, ma devastante sul piano tecnico.
Con questa vittoria, Sinner diventa il primo italiano a vincere il singolare maschile a Wimbledon. Nessuno, prima di lui, ci era riuscito. Nemmeno Panatta, Pietrangeli o Berrettini, che nel 2021 si era fermato in finale. La sua impresa arriva in un momento storico in cui il tennis italiano vive una straordinaria fioritura, ma anche in un’epoca di transizione per il tennis mondiale. Con Federer, Nadal e Djokovic ormai fuori dal giro dei titoli Slam, la scena è completamente passata a Sinner e Alcaraz, protagonisti di una rivalità che ha tutte le carte in regola per segnare un’intera generazione.
Il match di oggi ha rappresentato il terzo grande scontro diretto in una finale Slam negli ultimi dodici mesi. Dopo le emozioni del Roland Garros, dove Sinner si era dovuto arrendere al termine di cinque set estenuanti, oggi è arrivata la rivincita. Ma più che una vendetta, è sembrata una dimostrazione di maturità: non un gesto di rabbia, ma la naturale conseguenza di un’evoluzione tecnica e mentale costruita nel tempo.
Mentre il Centre Court esplodeva in un applauso commosso, Jannik si è inginocchiato sul prato, ha toccato con mano l’erba sacra e si è lasciato andare in un sorriso che diceva tutto. Aveva sognato questo momento da bambino. Oggi, a Londra, quel sogno è diventato realtà.