Kenya. Radiologa uccisa in Africa, ha fatto da scudo alla madre

rita fossaceca ap-2È MORTA per difendere la mamma minacciata da un uomo armato di machete. La mamma Michelina che tanto aveva voluto portare in Kenya, nonostante le paure della donna che non ama volare. Ma Rita Fossaceca, medico radiologo di 51 anni nata a Trivento, in Basilicata ma radicata a Novara dove lavorava, non era una persona abituata ad accettare rifiuti. E questa volta era riuscita a trascinare fino in Africa la madre, il papà Giovanni, lo zio sacerdote, don Luigi Di Lella. A un passo dal rientro previsto per oggi, si è consumata una tragedia inspiegabile anche per i responsabili della onlus, For Life, per la quale la dottoressa lavorava e che considerava «sicura» la sistemazione del medico a Mijomboni, nella zona di Malindi. Una casa circondata da un muro di pietra alto due metri e sorvegliata da una guardia armata. Eppure qualcosa non ha funzionato se i banditi sono riusciti a fare irruzione sorprendendo, a cena, la famiglia della dottoressa e due infermiere di Novara sul posto perché impegnate nel volontariato. For Life, e in particolare il team medico partito dal Piemonte, provvedeva a diverse attività e tutelava un piccolo orfanotrofio di venti bimbi che l’organizzazione supporta.
Nella sparatoria costata la vita alla radiologa sono rimaste ferite, in modo non grave, anche le due infermiere che mercoledì faranno rientro in Italia. Monica Zanellato e Paola Lenghini sono ancora sotto choc, ma le loro condizioni non preoccupano. Ansie, invece, per il papà della dottoressa, che dovrebbe essere sottoposto a un intervento chirurgico ed è in ospedale. È stato raggiunto da pallottole alla testa e alla spalla.

RITA È MORTA sul colpo: un proiettile l’ha centrata al petto nell’estremo tentativo di difendere i familiari. «Siamo tutti in Kenya – aveva scritto la dottoressa nell’ultimo post su Facebook – stiamo bene, fa tanto caldo ma siamo felici. È, come sempre, una bella esperienza». Perché Fossaceca era pratica del luogo e «anima» della onlus For Life con la quale lavorava. Per le popolazioni locali e soprattutto per i bambini. «Lì tutti la conoscevano e le volevano bene» ha riferito Tonino, un cugino di Trivento.
Prima della serata tragica c’era stata una festa per i piccoli dell’orfanotrofio, un appuntamento di gioia organizzato dalla dottoressa e dalle infermiere, anche loro esperte delle missioni di volontariato. Alla fine dell’incontro Fossaceca aveva chiesto alla mamma di fare un discorso. Poi, quando gli ospiti erano andati via, la tragedia.

LE AUTORITÀ locali hanno avviato indagini e si è messa in moto la macchina della Farnesina per tutte le operazioni connesse al rientro della salma che viaggerà con i familiari, quando il padre sarà in grado di essere trasportato.
Rita lavorava all’ospedale Maggiore di Novara dove era responsabile della radiologia interventistica nel reparto diretto da Alessandro Carriero, fondatore della onlus impegnata in diversi progetti in Africa. È stato lui, ieri, a ricordare la collega con parole commosse: «Ha pagato con la vita il suo grande amore per i bambini».

Resto del Carlino