Dopo la caduta di venerdì, scivolano le Borse asiatiche e le europee aprono in deciso ribasso. Vendite sui titoli bancari.
Dopo il venerdì nero del 10 giugno, è iniziata una nuova giornata di passione per i mercati azionari. Più si avvicina il referendum del 23 giugno con il quale i cittadini britannici dovranno decidere se restare o uscire dall’Unione europea, più l’ipotesi di Brexit (l’uscita dalla Ue) fa paura. Ai timori di Brexit si aggiungono le incertezze sulle decisioni di politica monetaria della Fed, la banca centrale americana. Così, la nuova settimana è iniziata con il crollo delle Borse asiatiche (Tokyo -3,5%, Shanghai -3,21%, Shenzhen -4,7%) e in scia con la caduta delle Borse europee che hanno aperto stamani in deciso ribasso — Milano -1,57%, Parigi -1,22%, Francoforte – 1,21%, Londra -0,61%. A Milano le vendite si concentrano sui titoli bancari, Mps (-3,08%), Carige (-2,46%), Ubi (-2,81%), Unicredit (-2,35%)… Scendono del 3,51% i titoli di Cairo Communication, la società di Urbano Cairo che ha promosso una Offerta pubblica di scambio su Rcs (la società che pubblica Il Corriere della Sera) che parte oggi. Il 20 giugno parte, invece, l’Offerta pubblica di acquisto promossa da Andrea Bonomi e quattro soci storici di Rcs. Venerdì il Cda di Rcs ha bocciato la proposta di Cairo giudicandola «non positivamente» e «non congruo il corrispettivo proposto per gli azionisti. Il board di Rcs si dovrà esprimere sulla proposta Bonomi entro il 17 giugno.
I timori di Brexit si fanno sentire anche sul cambio euro/sterlina e sull’oro che da inizio anno si è apprezzato del 20%. In un intervento ieri alla Bbc il premier britannico David Cameron ha detto che in caso di Brexit la Gran Bretagna perderebbe un decennio in termini di crescita, investimenti e spesa sociale. Secondo il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, intervenuto questa mattina a Mix 24, Brexit «genererebbe una grande instabilità sui mercati finanziari». Calenda si è detto d’accordo con le affermazioni del premier Matteo Renzi, soprattutto sul fatto che l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue sarebbe «un disastro per gli inglesi più che per gli europei».
A preoccupare gli investitori sono, però, anche i timori sull’andamento dell’economia globale e sulle scelte della Fed e della Banca centrale del Giappone che si riuniscono in settimana. Secondo le previsioni l’americana Fed dovrebbe lasciare invariati i tassi, ma c’è attesa per quanto dirà la presidente Janet Yellen nella conferenza stampa di mercoledì 15 giugno.
Corriere.it