Ho letto diversi commenti, oggi -fra cui quello di Marco Severini (leggi qui)- sulla condanna di Daniele Guidi, l’ex Direttore Generale di Banca Cis, peraltro indicato nell’indagine condotta dal Commissario Elisa Beccari (procedimenti penali riuniti 673/2020 e 108-626/2021) come il “capo” dell’associazione a delinquere (leggi qui) per cui è indagato al pari di, fra gli altri, Francesco Confuorti, Marino Grandoni e il Commissario della Legge Alberto Buriani.
Non ritengo ci sia altro da aggiungere a quanto commentato senza essere ripetitivo. Ragion per cui intendo soprassedere.
Quel che, invece, mi preme sottolineare, è come resti misterioso come abbiano fatto, i vari Guidi, Confuorti & C., a imperare a così alti livelli, a mettere le mani su affari così importanti senza trovare complicità nella classe politica dirigente negli anni della loro scalata (secondo me iniziata nel 2010 con le dimissioni di Papi, Caringi e Bossone da Bcsm) e, soprattutto, in quelli dove raggiunsero il loro massimo “splendore”, ovvero dal 2017, quando sul Titano governava la coalizione AdessoSm, composta da Repubblica Futura, SSD e Civico 10.
Seppure alcune nomine -ad esempio Wafiks Grais (oggi indagato per essere membro dell’associazione a delinquere) alla presidenza di Banca Centrale- siano avvenute qualche mese prima prima dell’avvento di quel governo, se sommiamo milione su milione le varie operazioni finanziarie controverse che hanno determinato gran parte del debito pubblico attuale e che si sono consumate con sullo sfondo AdessoSm, rischieremmo di finire le batterie della nostra calcolatrice.
La sentenza di ieri potrebbe mettere la parola fine sulla “volatilizzazione” di 60 milioni di euro dei fondi pensione e di altri 15 milioni del fondo ISS, per un totale di 75 milioni di euro e un danno, come quantificato dalle parti civili, ma da definire con precisione in sede civile, di 81 milioni di euro. Ma questo ammanco, determinato nel corso della scorsa legislatura, ma che grava ovviamente sulle case pubbliche anche oggi, quindi sul debito attuale, non è che una minima parte della devastazione che ha affossato la Repubblica.
Che dire, ad esempio, della “svendita” dei crediti Delta di Cassa di Risparmio, che avevano un valore nominale di un miliardo e 200 milioni e la Commissione Finanze (guidata da una maggioranza AdessoSm, nonostante il parere contrario dei “commissari” di opposizione) ha ceduto per un totale di 109 milioni di euro, un miliardo e 91 milioni di euro in meno del loro valore nominale? Ben inteso, il loro valore reale non poteva essere quello, ma -secondo molti all’epoca- non poteva aver subito una perdita di valore come quella poi sancita nei 109 milioni incassati.
E che dire della liquidazione illegittima -definita tale da precise sentenze amministrative già emesse- di Asset Banca, il cui danno fatto al sistema San Marino -non solo in termini finanziari, ma anche in termini di immagine internazionale e attrattiva degli investitori- sia così elevato da non poter mai essere quantificato con certezza?
O della svalutazione dei capitali Cassa di Risparmio, propedeutica -lo si legge negli atti del 673/2020 e 108-626/2021)- ad un “accorpamento di CIS a Carisp”. “In uno scambio fra Siotto A. -Confuorti- si leggeva”, scrive il Giudice Beccari in una ordinanza: “Passaggi chiave su Cassa di Risparmio… valutare come condividere con i consiglieri… definizione della governance: dimissioni Presidente, cambiamenti in CDA con arrivo di una nuova figura tecnica, rinnovo del Collegio Sindacale… approvazione piano industriale, che dovrà subito prevedere una più ampia integrazione, ovvero fusione con Banca CIS”... Si sarebbe concretizzato anche questo piano se AdessoSm non fosse “crollato” prima di arrivare alla fine naturale della sua legislatura?
E non parliamo, per finire questo elenco incompleto, ma quanto mai eloquente già così, del buco determinato dal “crack” di Banca Cis…
E, oggi, ci stupiamo se la Repubblica ha contratto circa 400 milioni di debito estero attraverso un bond che “brucia”, al momento, circa 25 milioni di euro ogni anno di soli interessi?
Ben venga, quindi, la prima sentenza di secondo grado che individua e presenta al paese uno dei responsabili di questa devastazione finanziaria del Titano e del suo benessere in forza ai cittadini. Ma non può essere solo Daniele Guidi il responsabile. Come non può esserlo, da sola, la cosiddetta “cricca”. Tanti nomi, a mio parere, ma anche a rigor di logica, mancano ancora…
Possibile, infatti, che una devastazione simile del sistema San Marino sia di pura responsabilità di un gruppo di affaristi, in combutta con un giudice, pur di primissimo piano nel Tribunale sammarinese?
Possibile che di fronte ad un simile scempio, chi guidava il Paese in quegli anni, oggi faccia finta di nulla e, anzi, addirittura, talvolta, si scagli contro gli avversari politici per il debito pubblico che oggi affligge il Paese e che ha le basi negli anni di AdessoSm e immediatamente precedenti?
No, cari sammarinesi, non sono qui a compiacermi per un primo tassello di giustizia che, con la condanna di Daniele Guidi in secondo grado, è stato fissato… Sono qui ad esprimere la mia preoccupazione, perchè quasi nessuno sembra fermamente deciso a far piena luce su tutte le responsabilità ed eventuali complicità che hanno permesso alla “cricca” di occupare i posti chiave della gestione dello Stato nello scorso decennio, arrivando ad inquinare -se il “teorema-Beccari” verrà confermato- il sacro potere, il potere cardine democratico dell’amministrazione della giustizia.
Enrico Lazzari
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