La partita. Che partita si sta giocando … di Sergio Pizzolante

Guardando la media dei sondaggi, abbiamo provato a fare due conti.
E alcuni ragionamenti politici.
Con il centro destra al 45 per cento, più o meno, al proporzionale si aggiudicano, più o meno, 200 seggi.
E circa 140 al maggioritario, all’uninominale.
Un blocco unito al 45%, contro tre blocchi divisi, vince quasi sempre.
Siamo a 340 seggi. Su 600.
Non sappiamo come divisi fra Camera e Senato.
Ma, ad occhio e croce, la differenza fra centro destra e gli altri schieramenti, al Senato, non dovrebbe essere enorme. Anzi.
In una Assemblea di 200 bastano pochi numeri per essere decisivi.
Quindi? Qual è la partita? Oggi.
Vedo il Pd fuori da ogni gioco.
Condivido la preoccupazione di Bonaccini, stanno perdendo il riformismo, per rientrare dentro una dimensione Ds, Pds, con a guida democristiana, paradosso. Se i tuoi alleati diventano i comunisti e i Verdi filo Putin e i tuoi nemici i riformisti, filo Draghi, beh, è andata.
Non importa come ci sei arrivato, ma li sei.
È un dato di fatto.
Voto inutile per “fermare le destre”.
Quindi?
Grazie a questi errori le destre non si possono fermare. Possono essere contenute. Condizionate.
Confesso che mi fa meno paura la Meloni di Salvini.
La Meloni è leader dei Conservatori Europei, gruppo che sta dentro le dinamiche europee, lì a Bruxelles c’è Raffaele Fitto, qui in Italia c’è uno come Guido Crosetto, democristiani di buon senso. E il senso dice che bisogna stare dentro le dinamiche europee.
Mi fa venire i brividi la Meloni che parla a Vox, ma poi vedo Fitto e Crosetto ed ho meno freddo.
Mi fa paura invece Salvini al ministero degli interni. Rivedo il film dell’orrore.
Ma una bella sconfitta della Lega potrebbe portare Zaia e Fedrica a cambiare gli equilibri.
Potrebbe.
Vedo Forza Italia in discesa irrefrenabile.
E comunque un bel po’ salvinizzata e pronta a farsi melonizzare.
Confido nella lista del mio amico Lupi, con Toti.
Se superano il 3, un ruolo di mitigazione delle destre lo avranno senz’altro.
Voto utile per chi non può fare a meno di votare di là.
C’è poi il voto al centro.
Se Renzi e Calenda si mettono insieme.
Se, come sembra, un bel po’ di movimenti locali e nazionali, associazioni varie, riformiste, socialiste, meridionaliste, liberali, dovessero convergere, beh, un po’ di equilibri potrebbero cambiare.
Si potrebbe andare oltre il 10.
Pescando a destra e a sinistra.
E a quel punto i numeri per il centro destra potrebbero non essere più tanto larghi, forse nemmeno certi, almeno al Senato.
Voto utile.
La partita è questa.