La Pascale va in piazza contro l’omofobia “Delusa da alcuni azzurri, non da Silvio”

Milano. Non sale sul palco, garantisce di non «avere intenzione di fare politica» ma Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi e oggi al fianco della cantante Paola Turci, arriva con lei alla manifestazione a favore del ddl Zan promossa ieri all’Arco della Pace a Milano e dietro le quinte spara a zero davanti alle telecamere. Alla vigilia aveva contestato le dichiarazioni del coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani sulla famiglia («senza figli non esiste») scrivendo su Facebook: «Ecco perché non voto più Fi». Ieri a Milano ha puntualizzato che «più che delusa dal partito» è «delusa da alcuni suoi esponenti che tendono ad abbracciare un’area sovranista invece di restare essere fermi e sigillati nell’area liberale da cui Fi è nata. Non posso più votarla finché continua a strizzare l’occhio a Salvini. Gli omofobi che la legge Zan tende a punire li troviamo nella destra di Salvini, sono gli artefici, è chiaro che non vogliono questa legge». Pascale invece apprezza l’intervento di Fedez dal palco dal Primo Maggio, «gli sono grata, mettere il coraggio a disposizione dei più deboli è un buon valore e mi ha fatta sentire meno sola».

Pascale cambia decisamente tono quando parla di Berlusconi. «Per come lo conosco – afferma – posso confermare che Silvio non è una persona che odia, non è un razzista, e per questo sono molto sorpresa. Capisco il dibattito politico ma non c’è ragione di non votare una legge che non fa male a nessuno ma aumenta la sicurezza nel Paese». Ammette di avere «sempre vissuto i rapporti sentimentali e l’amore in maniera totalmente libera, senza stereotipi» e non ha «avuto esigenze di fare coming out». Non ha avuto storie parallele durante la relazione con il Cav («sono una persona fedele e romantica»), ma «c’è stata una vita prima e dopo Silvio. Non mi sono fatta problemi a stare con un uomo di 50 anni più grande e neanche ad amare delle donne, sono sempre stata attratta dal fascino di una persona, da quando ero fanciulla ad oggi che ho 36 anni». E del leader di Fi l’ha affascinata «il carisma, è stato l’uomo più importante della mia vita – confessa – e lo sarà per sempre. Lo sento ancora e guai se non lo facessi, mi manca se non lo sento». Anche se sul piano politico dopo certe sparate «mi dice mannaggia a te sempre. È una persona importante nella mia vita ma di solito faccio sempre quello che credo giusto fare. L’ultima volta non era proprio in forma e mi dispiace moltissimo, spero che presto recuperi. Purtroppo questo Covid è infame». Torna a vestire i panni della (quasi) politica per attaccare ancora l’ala sovranista che avrebbe sottovalutato la tragedia e avverte che non voterebbe Fi se consolidasse l’alleanza con i 5 Stelle: «Abbiamo al governo Di Maio che chiama elevato una persona (Beppe Grillo, ndr) che giustifica lo stupro e per me è stupratore a propria volta».

La manifestazione pro ddl Zan ha attirato in piazza a Milano 8mila persone (circa 300 ad un presidio a Genova). Nelle stesse ore ha girato per le strade una decina di camion-vela promossi dall’associazione Pro Vita & Famiglia onlus per dire invece stop alla legge. Tra gli slogan, «ci mandate in prigione per un’opinione», «basta confondere l’identità sessuale dei bambini», «avete rotto con il politicamente corretto».


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