ALTRO colpo di scena nell’inchiesta su Aeradria. In queste ore i militari delle Fiamme Gialle stanno dissequestrando la gran parte dei beni e dei conti correnti dei nove indagati eccellenti. Una disposizione arrivata direttamente dallo stesso pubblico ministero, Luca Bertuzzi, che con una marcia indietro ha accolto l’istanza presentata dagli avvocati Cesare e Roberto Brancaleoni, difensori di Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera. Non più sequestri per 749mila euro a testa: quella cifrà dovrà essere divisa per nove. UNA VITTORIA ottenuta sul filo della giurisprudenza. La bufera era scoppiata la scorsa settimana, quando le Fiamme Gialle erano andate a sigillare 6 milioni e 741mila euro tra beni immobili, conti e quant’altro a Lorenzo Cagnoni, Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, Alberto Ravaioli, ex primo cittadino; Stefano Vitali e Nando Fabbri, ex presidenti della Provincia; Manlio Maggioli, ex presidente della Camera di Commercio; Massimo Masini, ex presidente di Aeradria; Massimo Vannucci, vice presidente, e ad Alessandro Giorgetti che guidava la società collegata Air. L’accusa contestata: associazione a delinquere finalizzata alla truffa delle erogazioni pubbliche. I sequestri preventivi erano scattati per 749mila euro a testa, la cifra contestata, e la Guardia di finanza aveva messo a segno una vera e propria razzia’. La controffensiva degli avvocati è arrivata tre giorni dopo, quando Cesare e Roberto Brancaleoni, difesonsori appunto di Cagnoni, hanno presentato un’istanza sia al giudice per le indagini preliminari che al pubblico ministero, fondata su una serie di sentenze recenti della Corte di Cassazione che vanno nella direzione opposta a quanto sancito in precedenza. Il sequestro cioè deve riguardare soltanto la somma complessiva da dividere e non moltiplicare per tutti gli indagati coinvolti. Nel caso specifico, non più quindi 749mila euro a testa, ma, facendo la divisone per nove fa circa 83mila euro ciascuno. Il primo a rispondere è stato lo stesso pubblico ministero che aveva chiesto e ottenuto il maxi sequestro dal gip, il quale ha riconosciuto la fondatezza delle motivazioni dei difensori e ha deciso seduta stante di disporre il dissequestro per Cagnoni e per tutti gli altrio otto indagati di tutti i beni eccedenti l’importo di 83mila euro. La delega è già stata passata ai militari dei Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza che stanno già togliendo i sigilli a case e conti correnti. Il Resto del Carlino
