Questo mio scritto lo ritengo doveroso in quanto da tanti anni seguo il problema rifiuti nel nostro paese.
Ultimamente ho partecipato a due serate pubbliche, prima a Domagnano poi a Borgo Maggiore, nelle quali ho tentato di esprimere la mia contrarietà al PORTA A PORTA spiegando le motivazioni, e per successivamente proporre un’alternativa, già proposta anni addietro ai vertici aziendali (ignorata).
La cosa mi è stata impedita in tutte e due le occasioni in maniera assolutamente a dir poco antidemocratica dove hanno assistito decine e decine di persone come si può vedere dai filmati. Il personaggio esperto di turno in materia rifiuti che mi ha impedito di fare tutto ciò, è il Segretario di Stato TEODORO LONFERNINI. Piccola nota, quando il sottoscritto assieme a tanti altri si dava da fare per la Democrazia Cristiana LUI era poco più che uno spermatozoo.
Veniamo alla materia in questione. Dopo la gravissima mal gestione degli anni passati in materia rifiuti, oggi i vertici aziendali ci propongono l’ennesima castroneria, scopiazzata dai nostri vicini di casa, ossia la raccolta rifiuti solidi urbani porta a porta.
Adesso tento di spiegare a modo mio ai cittadini quello che volevo spiegare nelle due serate.
Per mettere in piedi qualsiasi lavoro bisogna valutare attentamente tutte le problematiche che esso comporta, successivamente calcolare attentamente i costi che esso comporta, terzo aspetto ma non di minore importanza, i disagi che i cittadini e gli operatori devono sopportare.
Per ultima cosa il fattore vantaggi, ma in modo corretto, non come si è fatto nelle due serate in questione, oltre a quelle di Chiesanuova e Fiorentino.
PUNTO 1: Parliamo di non più di 35 tonnellate giornaliere di rifiuti su una superficie di 60 Km quadrati, quindi parliamo di una cosa molto piccola. Visto che l’ottanta per cento di questo territorio è collinare, immaginiamo gli inconvenienti che esso comporta sia agli utenti che agli operatori, a meno che davanti a tutte le case ci
mettiamo a costruire una pedana per il bidoncino?
Una grossa percentuale di residenti vive in appartamenti anche inferiori a 60 metri quadrati, senza posto auto. Come facciamo?
Chi vive solo, e non sono pochi, al mattino dopo aver depositato il bidoncino e recatosi al lavoro, alla sera lo ritrova? Ai condomini sta bene che quel bidoncino rimanga tutta la giornata in bella vista? Se c’è vento e non è legato, alla sera, questo sfigato dove va a cercare il suo contenitore?
Potrei continuare, ma passiamo al PUNTO 2, COSTI INIZIALI E GESTIONALI. Per l’acquisto dei bidoncini si parla di non meno di 25000, più sacchetti e opuscoli vari e isole ecologiche del tipo quella di strada del fosso. Visto che parliamo di denaro pubblico, cioè di tutti, quanto ci costa? Come cittadino contribuente, penso di avere diritto alla risposta. I cassonetti asportati da Chiesanuova e Fiorentino, i quali sono costati credo non meno di 700 euro cadauno, che fine faranno? Forse la stessa sorte che ha fatto il mezzo d’opera targato C4818? Oppure la fine che ha fatto nel 2005 quel meraviglioso nastro trasportatore che ancora oggi San Marino RTV si ostina a farci vedere al lavoro?
SEGRETARIO LONFERNINI: Lei ha un’idea di cosa siano costati alle tasche dei contribuenti quei due attrezzi, e cosa ne abbia fatto l’azienda che Lei rappresenta politicamente? Se non lo sa, penso di poterglielo dimostrare, forse anche con delle foto.
Una volta comunque introdotto il porta a porta su tutto il territorio, considerato che solo a Chiesanuova operano 6/8 persone, serviranno non meno di 140 dipendenti con non meno di una cinquantina di mezzi d’opera. Detto tutto questo, se grossomodo corrispondesse al vero, nelle serate a tema sarebbe giusto
che il Segretario LONFERNINI dicesse dove reperire le risorse.
PUNTO 3, i disagi per l’utenza: Spazi dove collocare i bidoni all’interno abitativo, spazio e messa in sicurezza all’esterno, problema dei prodotti troppo ingombranti, problema dei prodotti mischiati, ad esempio, una padella in alluminio con manico in plastica dove la metto? Non è che magari mi succede come all’anziana di Bergamo che ha dovuto pagare 50 euro perché non ha tolto il manico?
DISAGI per gli operatori. Mediamente quanti cassonetti dovrà svuotare giornalmente un operatore? Se piove o nevica, il lavoro dovrà essere comunque svolto regolarmente. Supponendo che un operatore debba
svuotare giornalmente i cassonetti di 250 appartamenti, vuol dire che questo povero Cristo dovrà salire e scendere dal proprio mezzo non meno di 500 volte al giorno per 6 giorni a settimana. Proviamo ad interpellare un ortopedico per farci dire cosa succede ad anche, ginocchia e caviglie; poi successivamente fare una statistica di quanto personale, a rotazione avremo in malattia…
Tutti i problemi, i disagi, i folli costi sopra elencati per ottenere cosa????
RISULTATO di tutta l’operazione. Metalli: introiti per l’azienda di stato IRRISORI in quanto tutti mischiati, ma guadagni consistenti dell’azienda privata che li suddividerà, come avviene oggi.
Stesso discorso per il vetro.
Le plastiche continueranno ad andare sempre all’inceneritore perché non diversificate? Quindi costi enormi di raccolta + costi di imballaggio + trasporto + costo inceneritore (forse).
Carta: costi del porta a porta, costo per imballaggio e trasporto in cartiera della ditta privata. Entrate?
ALTERNATIVA AL PORTA A PORTA La proposta che ho tentato di far capire a chi di dovere è che il rifiuto, se gestito con intelligenza, è una sicura risorsa.
Perché questo avvenga servono pochi elementi: poca spesa e voglia di lavorare.
Prima cosa dividere il cosiddetto umido da tutto il resto. Per questo tipo di rifiuto, dove necessita si applica
il porta a porta. Ma sono convinto che la maggior parte si possa gestire fra vicini di casa; ad esempio, se il mio vicino di casa non ha la compostiera e lo deposita nella mia, mi farebbe un favore! Tutto il resto si può collocare nello stesso cassonetto e ritirarlo quotidianamente con camion che oggi stanno infradiciando all’interno del capannone perché inutilizzati.
Giunti poi nella struttura già esistente a San Giovanni, attrezzarla in maniera totalmente diversa da
come si è fatto a tutt’oggi, con attrezzature idonee e un impiego di non più di 20/25 dipendenti, i nostri rifiuti nel lasso di tempo massimo di sei mesi per organizzarsi, sono diversificati in maniera totale e non sarebbero più rifiuti ma prodotti commerciabili con grosse soddisfazioni per le casse dello stato.
Questa è la mia idea e la mia visione per quanto riguarda la gestione dei rifiuti.
Questo è quello che volevo far capire al segretario LONFERNINI nel colloquio che avevo chiesto l’anno scorso e ai presenti nelle due serate. Se il segretario o anche altri pensano che siano cose insensate chiedo scusa del disturbo.
CONCLUDO col rinnovare la proposta, che ho fatto anni fa alla direzione aziendale, al Segretario Lonfernini. Visto che non costa nulla, perché non provare l’esperimento per due mesi nel più piccolo castello del paese?
Marino Pelliccioni.