Data la situazione, ormai di evidente emergenza, il Presidente della Confederazione Hans Rudolph Merz ha deciso di istituire un gruppo di lavoro che si occupi di risolvere le divergenze tra Svizzera e Italia.
Merz smorza dunque i toni rispetto alle disposizioni di qualche giorno fa di congelare le trattative con la vicina penisola in merito alla firma della convenzione di doppia imposizione, per tentare di salvare il salvabile. Sceglie dunque di affidare la Svizzera alla competenza di esperti che possano allentare gli screzi generati dalle due nazioni da quel pomo della discordia chiamato scudo fiscale.
Stando alle sue parole, il Presidente e Ministro delle finanze elvetico vuole tentare di evitare lo scontro diretto col governo italiano in quanto il conflitto tra le due nazioni è solo di natura fiscale e come tale deve rimanere.
Il gruppo sarà interdipartimentale e avrà l’onere di elaborare strategie per appianare le relazioni di politica fiscale vagliando altre misure. L’equipe sarà composta da rappresentanti del Dipartimento federale delle finanze, del Dipartimento federale degli affari esteri e del Dipartimento federale dell’economia e verrà presieduto dal direttore dell’Amministrazione federale delle contribuzioni, Urs Ursprung.
Al team appartiene anche Renzo Respini, ex Consigliere agli Stati, di recente nominato da Merz consulente politico nelle questioni fiscali con l’Italia.
La questione sulla firma delle Convenzioni di doppia imposizione ha avuto un che di strategico.
Si pensi che le trattative con l’Italia in questa direzione sono aperte dal 2001 e che, nel 2007, Roma aveva ricevuto una proposta pronta per essere firmata e che avrebbe consentito lo scambio di informazioni in materia fiscale tra i due Paesi.
L’Italia, però, ha pensato bene di impedire alla Confederazione di essere depennata dalla lista nera. Casualmente a giugno viene chiesto alla Svizzera di riaprire le trattative, poi raggirate e rimandate a settembre, ma la richiesta elvetica di uscire dalla black list, non ha ottenuto nulla di fatto.
Altrimenti per l’Italia addio rimpatrio…
ticinofinanza.ch, 5 novembre 2009