La Tribuna. La chiesa contro i paradisi fiscali: al G20 una petizione per chiuderli definitivamente

L’enciclica di Benedetto XVI lo aveva già preannunciato unendo alla critica verso la competizione fiscale dannosa anche quella fatta con la deregolamentazione del mercato del lavoro.

“La Chiesa cattolica, così come altre Chiese o autorità morali, ricorda a ciascuno il proprio dovere di contribuire al finanziamento delle spese pubbliche. Quest’obbligo dipende dall’etica minima costitutiva della responsabilità di ognuno, senza la quale le società si trasformano in giungle dominate dalla legge del più forte”. Questo l’appello lanciato da quattro movimenti cattolici in Francia e sostenuto prestandovi grande attenzione, dallo stesso Vaticano.

L’obiettivo è quello di indicare in modo chiaro la posizione della Chiesa su una questione fondamentale per le sorti degli Stati e la loro capacità di redistribuire ricchezza anche nella direzione delle aree del mondo che soffrono le conseguenze del sottosviluppo.

Il messaggio della chiesa si spinge fino ad identificare le cause più gravi che determinano l’evasione fiscale e mette sotto accusa il ruolo dei paradisi fiscali. “L’esistenza di luoghi opachi e non controllati come sono i ‘paradisi fiscali’, – scrive l’Osservatore romano – permette a persone e a imprese di nascondere i loro redditi, privando così i Paesi, e specialmente i più poveri, di almeno 125 miliardi di euro di entrate fiscali all’anno”(…)

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