Il summit Nato all’Aja ha consegnato agli alleati un accordo importante sull’aumento delle spese militari, ma è stato anche teatro di tensioni diplomatiche significative. Il presidente Usa Donald Trump, infatti, ha puntato il dito contro la Spagna accusandola di non voler contribuire adeguatamente al bilancio della difesa comune, minacciando di applicare dazi doppi come ritorsione commerciale. Parallelamente, dalla capitale americana Washington arrivano conferme dalla Cia riguardo alla devastazione dei siti nucleari iraniani, una notizia che apre nuovi scenari geopolitici.
Trump e la Spagna: dazi doppi per “inadempienza” sui contributi Nato
Al centro delle tensioni nel summit Nato c’è il nodo dei contributi finanziari degli alleati alla difesa comune. L’accordo finale prevede un impegno a investire almeno il 5% del PIL entro il 2035, suddiviso in 3,5% per requisiti essenziali e 1,5% per capacità militari avanzate. La Spagna, guidata da Pedro Sanchez, ha presentato un calcolo che indica la possibilità di contribuire con il 2,1%, una cifra ritenuta insufficiente da Trump.
Il presidente americano ha definito la posizione spagnola “terribile” e ha minacciato di reagire con dazi doppi sulle importazioni spagnole, sottolineando la necessità di un contributo equo e il rischio di penalizzazioni commerciali in caso contrario. Madrid ha risposto che i negoziati commerciali vanno condotti a livello europeo, mettendo così in evidenza la complessità delle relazioni transatlantiche.
Il clima teso tra Usa e Spagna emerge come uno degli aspetti più significativi del vertice, che comunque si è concluso con la conferma dell’impegno generale degli alleati ma lascia aperti interrogativi sul reale grado di coesione interna.
La Cia: siti nucleari iraniani devastati, ricostruzione lunghissima
Dal fronte della sicurezza globale, la Cia ha diffuso una nota ufficiale che conferma la devastazione di importanti impianti nucleari in Iran. Il direttore John Ratcliffe, presente nella Situation Room durante l’attacco, ha spiegato che le evidenze raccolte provengono da una fonte storicamente affidabile e indicano danni ingenti agli impianti iraniani. Secondo le stime, la ricostruzione richiederà anni, con impatti significativi sul programma nucleare di Teheran.
Questa dichiarazione rafforza la percezione di un cambio di scenario nel Medio Oriente, con potenziali ripercussioni su equilibri regionali e negoziati internazionali. La distruzione dei siti nucleari, infatti, potrebbe allontanare temporaneamente l’Iran dalla possibilità di sviluppare armi atomiche, ma apre anche interrogativi sulle risposte diplomatiche e militari che seguiranno.