Riceviamo e pubblichiamo
I numerosi peones di Adesso.sm pensano, dicendolo addirittura anche ad alta voce, che con le dimissioni di Simone finalmente tutto sia tornato a posto.
Nei vari campanelli e gruppuscoli che, questa crisi politica ha favorito, si è sentito dire: “Adesso che Simone si è dimesso mettiamo l’Eva e si va avanti per almeno un anno senza problemi, è questo il ritornello che si sente dire. Lei poi vanta un curriculum politico importante è stata anche in AP ed è pure dipendente di banca Centrale”.
Ma perché tanta ansia, che significa?
Significa che i signori eletti con una manciata di voti (che disastro la preferenza unica) ma anche quelli che sanno che questo è per loro l’ultimo giro sperano solo di dormire sogni tranquilli ancora per un po’ portandosi a casa il sacro gettone e il prestigio essere consiglieri.
Mica riforme, trasparenza e sviluppo!.
Poi però, nelle ultime ore, alla pace dei sensi raggiunta con le dimissioni di Simone si è affacciata una imprevista ondata di ansia per i nostri peones: l’uscita di Tony Margiotta.
E così i campanelli e gruppuscoli di peones si sono dovuti ricostruire, aggiornare via chat con tante profonde le elucubrazioni.
Nelle ultime ore le teste d’uovo di Adesso sono passate dai toni accusatori tipo: “Ma Tony che fa, è matto?, a quelli più sconsolati :“ Esce, va all’opposizione? “ per arrivare a quelli fatalisti: “Si vabbè tanto era cotto lo stesso!”.
Fuori Simone, Viva l’Eva e abbasso Tony.
Ecco la sintesi drammatica della vita dei peones di maggioranza che, in barba alle ordinanze, ha solo un problema: perpetuare la sua sopravvivenza.
Un lettore