Contrariamente a quanto pensato e forse sperato, nei piani alti, il risveglio della popolazione, ottenuto grazie ai pochi coraggiosi che hanno iniziato a trattare pubblicamente del tema Accordo di Associazione e della necessità di indire un Referendum; grazie agli articoli stampa, agli interventi sui social e alle prime iniziative referendarie annunciate, che di fatto hanno invertito la tendenza degli adepti dell’Accordo, da anni intenti a non fare trapelare notizie, a non informare adeguatamente i cittadini, senza trucchi, a segretare regolarmente tutte le Commissioni di politica estera.

Ora costoro non possono più nascondersi dietro la foglia di fico e sono costretti a dire qualcosa che giustifichi il loro comportamento fino ad oggi. E allora, forse, le cose si sono ancor più complicate per coloro i quali, avendo preso parte ai negoziati hanno pubblicamente affermato che ciò che ne è scaturito è complesso, difficile da spiegare ai sammarinesi, i quali non hanno gli strumenti tecnici per comprendere. Ergo, i sammarinesi devono fare atto di fede nei confronti di una cinquantina di consiglieri, i quali non riescono a spiegare, neppure loro, i contenuti dell’eventuale Accordo di Associazione in termini semplici e comprensibili a tutti. A me non pare molto rassicurante tutto questo e tanto meno edificante per la classe politica sammarinese!
Che cosa ci vuole a scrivere su due pagine bianche, da una parte i possibili vantaggi e dall’altra tutto ciò che deve fare e a cosa deve rinunciare San Marino per ottenere gli eventuali vantaggi? Non dovrebbe essere impossibili visto le spese che fino ad oggi i Governi di San Marino hanno sostenuto per consulenti, funzionari, negoziatori, viaggi, trasferte e ospitalità, che immagino saranno sempre state all’altezza del prestigioso obiettivo.
Niente. Non si deve sapere niente e il Referendum non si deve fare, punto e basta! Questa è la soluzione che scaturisce dall’incastro delle posizioni assunte in questi ultimi 10 anni dalle varie forze politiche, le quali, hanno dovuto strozzare la politica estera sammarinese, vuoi perché hanno avuto le mani in pasta, vuoi perché volevano fare, hanno fatto o vogliono fare, il Governo con il partitone nazionale, e lo si sa, lo “scaranone” è nel sogno di tanti che sono disposti ad ingoiare bocconi molto amari.
Ora però c’è stato un risveglio della gente e allora le truppe cammellate, incapaci loro stesse di fornire spiegazioni, hanno pensato bene di affidarsi a qualche sparuto difensore dell’Accordo U.E. Tutte persone fidate, che ripetono la lezione impartita dai capi e cercano di amplificare i dubbi con l’intento di creare confusione. Uno dei ritornelli suonati è che il Referendum non si può fare sugli accordi Internazionali, la qualcosa è una mezza verità, come a scritto qualcuno, ma al tempo stesso è anche una mezza bugia; e mi spiego: a parte il fatto che il Consiglio Grande e Generale deve sempre ratificare un accordo internazionale affinchè diventi tale, con 31 Consiglieri può essere tranquillamente inserito nella proposta di legge di approvazione, un articolo che preveda l’entrata in vigore dell’accordo solo dopo la sua approvazione attraverso un Referendum popolare.
Inoltre, c’è da tenere presente che allo stato attuale delle cose non esiste nessun Accordo Internazionale di Associazione di San Marino all’U.E., esiste solo il negoziato, che tra le altre cose è ancora in via di definizione per le eccezioni sollevate da diversi Paesi. Quindi non è assolutamente vero che il Referendum non si possa fare, solo che bisogna volerlo. Bisogna sentire la necessità del consenso popolare per una scelta così pregnante per il futuro del Paese. Se viceversa, il parere del cittadino è ritenuto fastidioso, intralcia i progetti di pochi, è ovvio che si dica che il Referendum non si può fare. E poi c’è uno stesso argomento messo in campo proprio dagli stessi esponenti di diversi partiti di maggioranza, ovvero la disponibilità a sottoporre l’eventuale Accordo a referendum tra 2,3 o 5 anni. E qui cade l’asino: allora non è vero che i referendum non si possono fare sugli accordi internazionali. Lo asseriscono loro stessi! Ma forse non se ne sono accorti.
Infine, vorrei dire che al di là di come uno la pensi e ogni parere è legittimo, non capisco perché opporsi al Referendum, alla democrazia diretta, alla partecipazione dei cittadini alle scelte fondamentali per San Marino. Infatti, una cosa è il proprio parere e un’altra cosa è la democrazia; in democrazia ognuno è libero di dire come la pensa e di votare come ritiene, quindi, nessuno intacca il parere dell’altro con il Referendum.
D’altronde la Carta dei Diritti di San Marino afferma che la sovranità sta nel popolo, il quale la esercita in forma rappresentativa, attraverso la nomina dei 60 Consiglieri, rappresentanti del potere legislativo, e in forma diretta quando viene indetto un Referendum popolare. La democrazia rappresentativa viene esercitata attraverso la normale attività del Consiglio Grande e Generale, mentre alla democrazia diretta viene fatto ricorso solo in circostanze particolari e coinvolgenti gli interessi generali della Repubblica di San Marino.
A me pare che un Accordo di Associazione all’U.E., che necessiterà di interventi legislativi nazionali in tema di Ordinamento generale, giudiziario, economico, burocratico e di ampliamento della Pubblica Amministrazione, sia un valido motivo per attivare la democrazia diretta, sentire gli elettori e rimettersi al loro giudizio. Anzi, il Referendum andrebbe promosso dal Consiglio Grande e Generale, se nei piani alti non ne avessero il terrore!
E non se ne comprende il motivo, dato che quasi tutti i rappresentanti delle forze politiche consiliari non fanno altro che sostenere che l’Accordo con l’UE sarà la panacea di tutti i problemi di San Marino…
Certo che mettersi contro la richiesta di un Referendum popolare di questo tipo, che nasce principalmente per la mancanza di trasparenza nei confronti dei cittadini, politicamente mi parrebbe un tantino autolesionistico da parte del Governo attuale, se la mia esperienza politica non mi inganna.
Però, tutti i gusti sono gusti!
Augusto Casali