L’ASTROLABIO – “E’ stata scritta una Pagina Importante” … di Augusto Casali

Tra la fine del 2010 e il 2011 è stata scritta una pagina piuttosto importante per San Marino. Ricoprivo allora l’incarico di Segretario di Stato alla Giustizia dal 2008 e nel corso della mia attività venni a conoscenza di alcuni fatti ed elementi segnalati da alcuni elementi più intraprendenti delle forze di polizia. In particolare, ricordo un riferimento scritto effettuato da un graduato della Gendarmeria al Segretario di Stato competente e mi sorprese il fatto che non ebbe nessun seguito e fu lasciato cadere nel vuoto.

L’ex Segreterario di Stato Augusto Casali

Allargai la mia indagine anche per curiosità personale e mi resi conto che, di tanto in tanto, affioravano notizie e riferimenti su fatti che dimostravano o lasciavano presupporre l’esistenza, sul nostro territorio, di una attività da parte della criminalità organizzata, anche se attraverso personaggi malavitosi non di primo piano.

La cosa mi preoccupò molto, anche perché sul fenomeno nessuno aveva ufficialmente allertato o investito il Congresso di Stato. E neppure nelle relazioni annuali sullo stato della Giustizia se ne fu mai fatta menzione, almeno a mia conoscenza. Intanto mi chiedevo di quali anticorpi il nostro Paese fosse dotato e quali difese avrebbe potuto opporre se personaggi di primo piano avessero cominciato a gravitare su San Marino. Questo ragionamento mi portò a decidere che era giunta l’ora di alzare la coltre silenziosa che avvolgeva il fenomeno e di coinvolgere il Congresso di Stato.

Così, nel corso di una seduta del Congresso di Stato, dell’anno 2010, svolsi una dettagliata relazione sui fatti a mia conoscenza. La reazione dei colleghi fu variegata. Alcuni condivisero le preoccupazioni, mentre altri, ovvero i rappresentanti delle forze politiche che ad ogni piè sospinto si dichiaravano più pure, più trasparenti e più immacolate delle altre, dimostrarono un certo scetticismo e sorridevano, come si dice, sotto i baffi; mentre un altro collega, ritenuto solitamente più disinvolto, democristiano, disse, sorprendentemente, che era giusto dare credito alle mie tesi.

Così, non sollecitata dal Tribunale, non sollecitata dalle forze di Polizia, ma autonomamente, la politica prese l’iniziativa, forse per la prima volta e chiese al Magistrato Dirigente del Tribunale di redigere una relazione sui fenomeni malavitosi organizzati e non, nella Repubblica di San Marino.

D’altronde era difficile che il territorio sammarinese potesse rimanere esente dall’arrivo in Emilia-Romagna di numerosi affiliati alle associazioni mafiose, le quali si erano evolute nel frattempo e non agivano più con la coppola e la lupara, ma con giacca e cravatta, confondendosi con gli altri e sfruttando le moderne tecnologie.

A mio avviso il problema era proprio questo: come avrebbe potuto fare San Marino a contrastare personaggi di primo piano di organizzazioni che avevano aggiornato le loro strategie ai tempi moderni? San Marino non era pronto. Era rimasto indietro rispetto alla evoluzione delle cose, se escludiamo alcuni esempi di gendarmi e poliziotti particolarmente portati per le indagini e gli approfondimenti.

Alla fine, dopo un lasso di tempo abbastanza congruo, la Relazione del Magistrato Dirigente giunse sulla mia scrivania. Portai subito la relazione all’attenzione del Congresso di Stato e anche in questo caso ci furono pareri contrastanti: il sottoscritto propose di rendere noto a tutti i Consiglieri la relazione del Magistrato Dirigente; i soliti “Duri e puri” si opposero. Alla fine si addivenne ad un compromesso: il sottoscritto avrebbe portato in Consiglio l’esito della Relazione, mediato dal mio resoconto. Così facemmo. Il Consiglio Grande e Generale dimostrò grande attenzione e vi fu una conclusione unanime che assegnava il compito al Segretario di Stato alla Giustizia di concretizzare la proposta di istituzione della Commissione Antimafia e l’istituzione dell’Osservatorio sui fenomeni malavitosi nella Repubblica di San Marino.

In rapida successione fu approvata la legge che istituiva il reato di mafia e la Commissione Antimafia, con votazione unanime del C.G. e G. Poi, a seguire, assieme all’ex Procuratore Nazionale Italiano Antimafia, Dott. Pier Luigi Vigna, furono predisposti una serie di proposte legislative: la creazione di una struttura dimensionata antimafia e una seconda di intelligence, che, ovviamente, non avrebbe avuto l’obbligo di riferire all’Autorità Giudiziaria ma bensì all’Autorità Politica.

E proprio quest’ultima proposta ebbi la sensazione che avesse provocato un certo panico tra il mondo politico più vicino al potere finanziario. Fu da quel momento che il vento favorevole cambiò. Il progetto si arenò e non fece più, almeno fino ad oggi, un passo in avanti.

Anche per le vicende politiche che stavano avanzando e preparavano una nuova situazione in cui i Socialisti tradizionali dovevano essere esclusi, il sottoscritto si dimise dal Governo di allora, era il 2012.

Si sono da allora succeduti due o tre governi, ma a tutt’oggi, al di là di qualche trovata folkloristica, più nulla è successo di significativo rispetto ai progetti del tempo andato. San Marino rimane esposto agli stessi pericoli del passato e non vorrei che una qualche reazione si rivelasse in futuro tardiva, con grave danno per la nostra Repubblica.  

Rimane la grande soddisfazione di aver vissuto il periodo in cui la politica, il Congresso di Stato e il Consiglio Grande e Generale, hanno agito uniti, con determinazione ed entusiasmo nell’interesse del Paese.

E guardate che il pericolo è dietro l’angolo. Un esempio per tutti: la vicenda Confuorti, con annessi e connessi, complici politici, imprenditori e magistrati, come vogliamo chiamarla?  Colpo di Stato? ”mafietta nostrana?” , “mafia?”. Se per tempo, fossero stati messi in campo gli anticorpi necessari, probabilmente ciò che è avvenuto non sarebbe mai potuto succedere!

Augusto Casali