Si è svolta nei giorni scorsi nella nostra Repubblica una riunione di Coordinamento fra le delegazioni di Andorra, Monaco e San Marino, in vista del Negoziato per un Accordo di associazione con l’Unione Europea.
Le riunioni si susseguono ma il mistero che avvolge la trattativa e soprattutto il contenuto concreto della medesima, continua. Non è dato di sapere a che punto è arrivata la trattativa; quali sono gli step raggiunti ed assodati; quali sono i limiti invalicabili per il nostro Paese; quale sia il comune denominatore di due Principati e una Repubblica, lontani gli uni dagli altri per storia, cultura e collocazione geografica, ma uniti nella trattativa con l’Unione Europea. Tutto questo sinceramente è davvero molto nebuloso e poiché da questo negoziato dipende il futuro della nostra Repubblica, quindi il futuro di tutti noi, la cosa preoccupa non poco e ad aumentare dubbi e perplessità, contribuisce abbondantemente la mancanza di nitidezza e di trasparenza della trattativa nel suo complesso.
Tempo addietro, il precedente Governo, aveva organizzato una serie di appuntamenti nei Castelli, ma anziché cogliere l’occasione per un reale confronto con i cittadini sui costi e benefici dell’operazione, l’iniziativa si è tramutata in una specie di passerella attraverso la quale magnificare solo gli aspetti ritenuti positivi, facendo venire a meno quella trasparenza che, su argomenti così pregnanti per ogni cittadino, sarebbe indispensabile.
Si avvicendano dunque i governi ma la musica non cambia! Infatti anche il resoconto del Coordinamento del recente lavoro svolto dalle delegazioni di Andorra, Monaco e San Marino, ricco di fotografie pattinate, si è rivelato assai avaro nella sostanza. Poche righe per dire che si è proceduto all’ ”aggiornamento dei progressi negoziali”, senza specificare quali sarebbero; al confronto sulle “principali tematiche e sugli aspetti maggiormente sensibili”, senza indicarne uno; alla valutazione “sull’opportunità di iniziative congiunte in sede negoziale”, non meglio identificate.
Pare anche che ci si sia soffermati su temi come “l’accesso al mercato U.E.” in particolare dei “servizi bancari e finanziari”; dello “stabilimento delle persone”; della “circolazione dei lavoratori”, ma senza specificare quali siano le posizioni delle singole delegazioni. Insomma un comunicato finale che somiglia molto ad un messaggio in codice inaccessibile alla maggioranza dei cittadini.
Ma d’altronde non c’è da stupirsi perché la quasi totalità delle forze presenti in Consiglio Grande e Generale, sia di maggioranza che di opposizione, sono schierate per il raggiungimento di un accordo a tutti i costi, in linea con il “polittically correct” che contraddistingue la politica sammarinese in questo frangente storico.
Invece la posta in palio è davvero importante soprattutto per San Marino, che essendo una Repubblica e non un Principato, a maggior ragione potrebbe esercitare prerogative sovrane, alla pari di tutti gli altri stati.
Ecco perché la materia deve essere trattata con estrema accortezza dalle Autorità Sammarinesi e deve essere resa nota e spiegata nei dettagli alla popolazione preventivamente e non a giochi fatti. Quel che rimane della sovranità di San Marino è ancora oggi ciò che contraddistingue il nostro Paese rispetto alle mille piccole realtà che circondano la Repubblica e che sta alla base di un possibile rilancio di immagine generale e di crescita sul piano culturale, sociale e anche economico.
Se per caso qualcuno vorrà barattare la storia della Repubblica di San Marino in cambio di qualche beneficio spicciolo immediato, magari tenendo nascoste le carte fino all’ultimo momento, credo sia davvero fuori strada perché non penso che una simile prospettiva uscirebbe indenne dal giudizio popolare.
A nessuno dunque conviene giocare a carte coperte, molto meglio perseguire strade sicure e condivise ampiamente dagli elettori. Per fare questo occorre però essere chiari e non nebulosi; occorre evitare le cortine fumogene, occorre dire in corso d’opera come stanno realmente le cose, anche se, fino ad oggi, i governi che si sono succeduti, hanno fatto sempre esattamente l’inverso.
Sarebbe ora di cambiare drasticamente rotta e di coinvolgere i sammarinesi, visto che gli effetti delle scelte che verranno fatte ricadranno esclusivamente su di loro!
Augusto Casali