Quando si decise di modificare la Legge Elettorale, che allora era proporzionale, i partiti e movimenti politici, già manifestavano le loro difficoltà e soprattutto la loro debolezza, che rendeva instabile il sistema, e di conseguenza, nel corso della legislatura, i governi e le maggioranze, cambiavano sovente.
Allora per nascondere le pecche si è pensato bene di cambiare sistema elettorale, in quanto si diceva, i governi vengono fatti dalle Segreterie dei partiti; occorre sapere subito da chi saremo governati; occorre più stabilità per i governi del Paese, perché la stabilità diviene un valore aggiunto; se un Governo cade si deve tornare alle elezioni.
Fu così che venne approvata una legge elettorale che premiava la coalizione che avesse ottenuto almeno un voto in più degli avversari. Per raggiungere tale obiettivo si sono costretti i partiti a stare insieme, anche quelli che insieme non avrebbero potuto stare e sono stati pensati marchingegni matematici che prevedevano premi di maggioranza esagerati per i vincenti e penalizzazioni umilianti per i perdenti. Così da rendere la rappresentanza consiliare poco aderente alla volontà effettivamente espressa dal corpo elettorale, tradendo il principio democratico fondamentale della rappresentanza del popolo nel Consiglio Grande e Generale.
Ma quel che è peggio è che nelle legislature successive tutti i governi sono caduti prima della scadenza naturale, fallendo perciò l’obiettivo primario che nelle intenzioni doveva essere quello di garantire la stabilità degli Esecutivi, quale valore aggiunto.
Non solo, ma poiché in quel periodo alcune delle maggioranze hanno espresso i peggiori Governi degli ultimi decenni, il non poter cambiare maggioranze in corsa e il dover ricorrere eventualmente alle elezioni, ha tramutato ciò che doveva essere un valore aggiunto in una vera e propria iattura per il Paese e per i cittadini, costretti a sopportare governi deleteri per tutta la legislatura. Ultimo particolare: esattamente come prima le maggioranze venivano concretizzate dalle segreterie di partito, attraverso la costruzione delle coalizioni.
Addirittura, proprio in quella fase si sono verificati i fatti emersi prima nella relazione finale della Commissione d’Inchiesta e oggi a seguito dei procedimenti giudiziari in corso. Non era mai successo che politici nostrani si mettessero al servizio di gruppi di potere in cui sono stati coinvolti politici, imprenditori anche stranieri e addirittura giudici. In questo caso non è tanto la politica ad aver ingerito nel Tribunale, ma piuttosto settori del Tribunale hanno ingerito nella politica, confermando che sulla composizione delle maggioranze e dei governi, spesso a San Marino incombe l’ombra di magistrati.
Fortunatamente quella legge Elettorale è stata cambiata, ma anche la legge attuale ha sancito che il Governo nato dalle ultime Elezioni Politiche Generali e basato sull’asse DC/RETE, è miseramente fallito e solo l’amore per la poltrona ha reso possibile la nascita di un “governicchio” pieno di opportunisti, di personaggi in conflitto di interesse permanente e di professionisti del potere, al fine di consentire la continuazione della legislatura, ma purtroppo per i sammarinesi i risultati sono sotto gli occhi di tutti (il dato più rilevante riguarda le nuove assunzioni e incarichi nella P.A.) e i cittadini ne sono le vittime più o meno silenziose.
Ora, chiarendo che non esiste un sistema elettorale perfetto e che le nuove leggi elettorali devono essere fatte all’inizio della legislatura, e quindi anche le prossime, imminenti elezioni politiche debbano essere celebrate, anche per ragioni temporali, con la legge attuale, io credo che si debba trovare il coraggio di riconoscere gli errori compiuti e di tornare al sistema elettorale proporzionale puro, che ben si staglia sulla piccola realtà sammarinese.
Questo produrrebbe un effetto positivo anche sulle stesse forze politiche, che, forse, potrebbero ritrovare il proprio ruolo fuori dal politicamente corretto, tornando al dialogo, al confronto e alla ricerca di convergenze programmatiche e non matematiche. Riscoprendo insomma la politica, questa sconosciuta a San Marino da qualche tempo a questa parte e il Consiglio Grande e Generale, senza trucchi e senza inganni, tornerebbe ad essere la rappresentanza del popolo nelle esatte percentuali volute dall’elettorato, rispetto alle varie liste presentate.
Credo che questa problematica debba essere affrontata dalle forze politiche all’inizio della prossima legislatura, perché le regole del gioco stanno alla base del corretto funzionamento di una reale democrazia compiuta.
Augusto Casali