Sergio Pizzolante: ”Gratteri e la post civiltà”

Gratteri e la post civiltà
Chiamiamola post civiltà più che post verità.
La post verità è la versione moderna, social, della menzogna. Della menzogna come strumento di sovvertimento della realtà. Di creazione del nemico anche. Come strumento poi di conservazione del potere che ne scaturisce, di legittimazione di ogni sopruso della libertà e della verità e della dignità umana, in nome dei mostri creati dalla post verità.
Sono gli strumenti, le tecniche di comunicazione, di propaganda che i regimi autoritari di tutto il mondo applicano nei loro paesi, per governare nell’inciviltà e verso le democrazie per sovvertire le civiltà e la democrazia, che come diceva Sartori è Demo- Sapere o non è.
Quando diventa demo- non sapere, non è.
Le cultura totalitarie si affermano così e si conservavano così.
Non possono essere civili, non possono ammettere la civiltà, la civiltà nega la costruzione del nemico, della mostrificazione del nemico. Che mostro sarebbe allora?
Gratteri lo ignora.
Lo dico a suo beneficio.
Questo pippotto sulla democrazia e sulla civiltà e sulla verità a lui non viene in mente.
Non connette quel che fa a questi concetti astratti, ormai rarefatti.
Lui non lo sa.
Che c’entra? Poveretto. Lui combatte il malaffare, per lui la politica è parte del malaffare. Fine. Per lui l’inchiesta non è valida se dentro non ci mette un politico perché il teorema sarebbe senza teoria: la politica è malaffare.
Quindi, ad esempio, la retata, più larga e’, 100, duecento, trecento persone, meglio è. Puoi arrestare trecento persone a Catanzaro o a Napoli senza che ci vada di mezzo un politico, un parente di un politico?
E poi così la conferenza stampa viene meglio! No?
Poi magari il giudice li fa uscire dal carcere il giorno dopo, sono i rischi del mestiere per Gratteri. Il gioco vale la candela.
Conferenza stampa.
Quindi, altro esempio, prendi un impiccione di avvocato, chesso’, Pittelli, che per mestiere difende gli accusati, lo metti in galera, come complice dell’accusato, diventato mostro, e lo tieni lì per mesi senza nemmeno interrogarlo.
E’ un mostro anche lui, perché, meschino, ha due difetti, e’ avvocato e quindi difende quelli che Gratteri ha arrestato, ed e’ un politico.
Conferenza stampa.
Di conferenza stampa in conferenza stampa, da intervista Tv in intervista Tv, sulle colonne del santo, si afferma la sua post verità. Con la complicità del giornalista, prono a sua santità.
E al regime totalitario inconsapevole.
Perché Gratteri, poveretto, è inconsapevole.
E per questo più pericoloso.
Il Foglio oggi scrive della sua ossessione per la Cartabia, per la legge Cartabia, perché, timidamente, introduce un principio piccolo piccolo, che non è quello, come dovrebbe essere, di impedire la conferenza stampa a reti unificate basata solo sulle accuse, no, la Cartabia dice, più o meno, organizzale meglio le conferenze stampa, con più accuratezza, con più educazione magari…
Gratteri non ci sta. Non ci sta.
Come con Nordio, altra ossessione, questo addirittura è un magistrato che è diventato politico, oltraggio!
Passa un avvocato che difende gli accusati, ma un magistrato che sta con i politici, col malaffare, traditore!
Dice Nordio che un Pm non può sequestrare un telefono, dove c’è tutta la vita di una persona, senza il parere di un giudice. Salvo urgenza. Spiegando bene perché.
Eh, no! Gratteri deve spiegare qualcosa a chi?
E spiegarlo bene in una educata conferenza stampa? No.
Sarebbero cose di civiltà, un po’, un minimo.
Ma qui ragazzi siamo alla post civiltà, raccontata con la post verità.
Però non fategli una colpa, lui che ne sa, questi pippotti sulla verità, sulla civiltà, sulla democrazia. Che ne sa.
Sergio Pizzolante