Nel corso dell’infuocato dibattito sviluppatosi nelle ultime settimane sull’Accordo di Associazione all’U.E., scatenatosi grazie a tutti coloro i quali hanno avuto il coraggio di manifestare le proprie convinzioni, anche, e direi soprattutto, contro corrente rispetto al pensiero unico, corroborato in questi anni dalla cortina silenziosa che i governi hanno messo in pratica nei confronti dei cittadini sammarinesi, dicevo, nel corso del dibattito sono state avanzate le giustificazioni più banali, ed offese personali.

Ora, tale comportamento è tipico di chi sa di non avere le carte in regola; sa di aver giocato fino ad oggi con carte truccate, tanto è vero che anche l’ultima Commissione Consiliare di politica estera è stata tenuta in seduta rigorosamente segreta. Ma che cosa c’è da tenere segreto ormai da anni? Se è vero che l’esito del negoziato porterà solo vantaggi alla Repubblica di San Marino e gli effetti benefici ricadranno su tutti, che paura c’è di sottoporre la scelta a Referendum? Il problema è che il Referendum fa paura ai signori del vapore, i quali probabilmente, per una qualche ragione, non sono in grado di spiegare in parole semplici a tutti i cittadini, quali sarebbero gli eventuali vantaggi e al contempo che cosa dovrebbe fare San Marino per sperare di raggiungerli e, soprattutto, a cosa San Marino dovrebbe rinunciare.
Ma questa pratica, ovvero mettere in carta su due paginette scritte in modo semplificato e comprensibile, i pro e i contro, non viene fatto da chi conduce il gioco, la qualcosa induce a pensare che le cose non siano così positive per i sammarinesi, e infatti cercano di evitare a tutti i costi il giudizio degli elettori attraverso la celebrazione di un Referendum. Per contro, sui giornali, negli interventi pubblici e sui social, la popolazione sembra reagire vigorosamente e chiede di essere elemento attivo e non passivo delle scelte finali.
Invece ci si arrampica sugli specchi e con dichiarazioni, nella migliore delle ipotesi, generiche e retoriche, nella peggiore false e strumentali. Ad esempio, si dice, lo abbiamo sentito nel corso dell’ultima sessione consiliare, che, se non si firma l’Accordo di associazione, non si pagheranno più le pensioni. Non si spiega dunque la bontà dell’Accordo e perchè, ma si fa terrorismo. Questo è un modo di fare politica elementare e offensivo per l’intelligenza dei sammarinesi. Ci si aggrappa poi all’esito del Referendum del 2013, riguardante l’adesione all’Unione Europea, per affermare che c’è nel Paese una grande maggioranza favorevole, e purtroppo questo è stato affermato anche nel corso dell’audizione svoltasi a Roma di fronte ai rappresentanti della Camera dei Deputati Italiani, ma è falso! La verità è che allora i sì furono 6,732, pari al 50,28%, mentre i no furono 6657, pari al 49, 72%, il quorum non fu raggiunto e il referendum ebbe esito negativo. In pratica il Paese si è spaccato a metà sul quesito e addirittura, se si aggiungono le 867 schede bianche, coloro i quali, evidentemente, non erano favorevoli, sono stati esattamente 7.525, cioè la maggioranza. Ecco, questo è un semplice esempio di come sono manipolate le informazioni. Inoltre, ricordiamoci che da quel Referendum sono passati 17 anni e che l’Unione Europea di allora non era quella odierna, persa nei meandri dei burocrati che hanno fatto la caccia alla dieta mediterranea, che pretendono, per la mobilità, l’utilizzo delle auto elettriche, e che tutti predispongano i cappottini termici per le loro case, senza tenere conto che il potere di acquisto europeo in generale e degli italiani (nostra area di riferimento) ha subito dal 2013 un calo significativo, con una perdita che si attesta attorno al 10,5% negli ultimi cinque anni, come evidenziato da un rapporto dell’ISTAT. Tale impoverimento è dovuto principalmente all’aumento dei prezzi e alla stagnazione dei salari. La qualcosa, non depone certo a favore dell’operato dell’attuale Unione Europea, tra l’altro, priva di identità nell’attuale momento storico, a fronte della evoluzione geo-politica dell’ordine mondiale in atto.
Ma aldilà dei molti esempi che si possono fare e sui quali è meglio stendere un velo pietoso per carità di Patria, e per andare alla ciccia delle problematiche, mi pare che ci sia stato anche chi ha argomentato il motivo per cui dovremmo andarci con i piedi di piombo. E tra le altre cose ci ha spiegato che con la ratifica dell’Accordo dovremo rinunciare definitivamente agli accordi già in essere con l’U.E., già negoziati settore per settore in quelli che ovviamente interessavano San Marino. Quindi gli accordi sono possibili anche senza andarci ad inscatolare in un recinto di regole generali, di cui potremmo fare tranquillamente a meno. Solo che ci vogliono progetti e politiche estere dinamiche, incisive, che siano in grado di interloquire con autorevolezza, proponendo le opportunità che il nostro Paese può offrire. Sarebbe questo il modo giusto per integrarsi sempre di più con la comunità internazionale e con l’U.E. in particolare, senza attuare la politica del “Sissignore!” a tutti i costi, che ha caratterizzato San Marino negli gli ultimi lustri! Noi, come se nulla fosse, abbiamo aderito alle sanzioni alla Russia, la quale ci aveva dato una grossa mano al tempo del Covid, quando San Marino, per i ritardi dell’U.E. era diventato il fanalino di coda e grazie al vaccino Sputnik sono state risparmiate molte vite umane. Abbiamo rinunciato alla neutralità attiva, che da sempre ci aveva permesso di essere vicini a coloro i quali avevano bisogno di aiuto, San Marino per quel che poteva non si è mai tirato indietro, ma l’entità del nostro territorio ci permetteva e ci consigliava di mantenere rapporti con la maggior parte di Paesi possibili. Insomma, a mio avviso, negli ultimi tempi la politica estera del nostro Paese non è stata all’altezza della tradizione sammarinese ed è stata gestita in modo troppo superficiale. Insomma la politica del gambero pare andare a gonfie vele, purtroppo per i sammarinesi.
Comunque sia non è emersa ancora una sola argomentazione che stia in piedi per giustificare il terrore che i maggiorenti della cosa pubblica hanno nei confronti di un possibile Referendum, nei confronti dell’esercizio della democrazia diretta, della partecipazione alle scelte della cittadinanza. Non potendo spudoratamente dirsi contro, propongono di fare un Referendum sull’Accordo di Associazione tra cinque anni, così avremo l’esatta dimensione degli eventuali danni prodotti. E’ sconcertante! Se per caso dovesse prevalere il no, tra cinque anni non avremmo l’Accordo di associazione, ma non avremmo neppure più gli accordi bilaterali oggi in essere, che decadrebbero definitivamente al momento della ratifica dell’Accordo di Associazione. Saremmo l’unico paese al mondo dove la stalla si chiude dopo che i buoi sono scappati! Ora, ci sono o ci fanno? Davvero pensano che i sammarinesi non siano in grado di capire? Perché vogliono decidere in pochi? Gli elettori sono gli stessi che li hanno voluti nel Consiglio Grande e Generale. Ora non vanno più bene? Sono divenuti incapaci di intendere e di volere all’improvviso?
Se non si vuole che i cittadini esercitino il loro diritto di esprimersi, bisogna dirlo apertamente, senza nascondersi. Le forze politiche non devono girare attorno al melo. Devono dire con esattezza che sono contrarie al Referendum, senza infingimenti. I Partiti, i quali pensano che la democrazia non possa essere sospesa, soprattutto per un tema così pregnante per tutti i cittadini, in modo analogo lo devono dire apertamente.
Poi saranno i cittadini a dire l’ultima parola, a valutare e a dare giudizi definitivi sull’operato delle singole forze politiche, e soprattutto la democrazia della Repubblica di San Marino sarà salvaguardata, di fronte al proprio popolo in primis e anche di fronte alla comunità internazionale!