Riceviamo e pubblichiamo
Aria di tempesta in casa NPR. D’altronde un “accrocchio” di forze politiche così diverse, nato solamente per superare lo sbarramento del 5% previsto dalla Legge Elettorale vigente, non poteva, a lungo andare, che scatenare una incompatibilità di fondo che ora sembra essere divenuta plastica.
Probabilmente era inevitabile! La prima mossa pubblica l’anno fatta quattro consiglieri di NPR, due rappresentanti di quel che rimane di “Noi Sammarinesi” e due Socialisti, tra i quali il Capo Gruppo della Lista NPR, i quali hanno posto molti interrogativi sull’attuazione del Piano Vaccinale.
Anche se, ad onor del vero, il Piano esiste già da tempo, è chiaro nei suoi obiettivi, ma se è stato oggetto di ritardi, questi sono dovuti a responsabilità politiche legate all’individuazione di un unico interlocutore, quello italiano, che non è stato in grado di onorare gli impegni assunti con la firma di un Memorandum. Problemi poi risolti con il reperimento del vaccino Sputnik V.
Ora però, se tutto continuerà a procedere con il ritmo attuale, alla fine di questo mese sarà completato il primo giro di vaccinazioni e alla fine di Aprile il grosso della popolazione dovrebbe essere al riparo dalle insidie del Covid – 19, e questo dovrebbe garantire il ripristino delle libertà costituzionali perdute.
Ma per tornare alla vicenda politica, tempo un paio di giorni ed ecco la dura risposta della Lista della Libertà, che mal ha digerito l’iniziativa “carbonara” dei quattro e che punta il dito sul ruolo del Capo Gruppo, che avrebbe agito senza coinvolgere tutte le forze che compongono NPR.
Infatti in casa NPR si lamentano del fatto che “ci troviamo di fronte ad un atto compiuto tenendo all’oscuro una parte del Gruppo Consiliare” e la Delegazione di Governo, insomma si sarebbe agito alla “chetichella!”
Il fatto ha un sapore squisitamente politico e non solo perché all’interno della Lista NPR emergono dissapori sostanziali, ma anche perché l’accadimento ha prodotto una vera e propria spaccatura in quel che di fatto rimane del P.S., che viene sbandierato in gran pompa magna quando si riuniscono gli organismi ma che di fatto è questione che si snoda tra un numero di membri che si contano sulle dita delle due mani. Da una parte due Consiglieri PS firmatari dell’interpellanza, dall’altra, tra i firmatari della nota NPR, il terzo dei tre Consiglieri Socialisti.
Il fatto è però avvenuto, non si può far finta di niente, e le ipotesi sono due: o i quattro Consiglieri hanno preso un abbaglio, confondendo i ruoli di maggioranza con quelli di opposizione, oppure si sono mossi per fornire il destro pretestuoso per giungere all’esasperazione dei ruoli e quindi ad una possibile rottura.
Di fronte a tali scenari si presentano due alternative: nella prima ipotesi si trova alla fine un modus vivendi e la tempesta si risolve in un bicchier d’acqua; nella seconda ipotesi alla fine “saltano i cocci”, anche se il Governo, ammesso che si rafforzi il rapporto DC/RETE, non corre rischi perché numericamente può tranquillamente fare a meno della lista Noi per la Repubblica, come d’altronde è stato dimostrato in questi mesi di governo.
La parte finale del comunicato emesso dalla Lista NPR sembra piuttosto chiaro nei confronti del comportamento del Capo Gruppo, che, si dice: “Mette in forte discussione la fiducia che possiamo continuare a riporre”; insomma una specie di otto giorni e poi ciao! Se così fosse ne vedremmo delle belle!
Comunque sia, sono cominciate le Grandi Manovre, non c’è dubbio, i riposizionamenti politici sono dietro l’angolo. E se si avviano questi processi la storia insegna che si capisce come partono ma non si sa mai come finiscono. Peccato che a pagare il prezzo più alto, anche questa volta, sembra essere l’area socialista, che dagli errori del passato sembra non sapersi riprendere e anziché riunirsi nei modi possibili, continua a dividersi, mentre le altre forze politiche in campo stanno alla finestra e senza colpo ferire traggono vantaggi politici enormi, così come è stato in questi anni, tra l’altro, senza alcun merito specifico, purtroppo per il Paese!
Augusto Casali