L’ASTROLABIO – “Per fortuna c’è la Festa dell’Amicizia” di Augusto Casali 

di Augusto Casali 

Dopo i fuochi d’artificio scoppiati nel corso dell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale, in cui sembrava che il Governo dovesse cadere da un momento all’altro, la politica è caduta nel vortice della calma piatta così come gran parte della stampa, al grido della sempre verde canzone che recita: “Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare”. 

Pensare che qualcuno ci aveva creduto davvero alla caduta del Governo, tanto da unirsi in un fraterno quanto imbarazzante abbraccio sulla modifica della Legge Elettorale, cancellando in 48 Consiglieri la preferenza unica e la parità di trattamento fra cittadini residenti e non, decretato da un partecipatissimo Referendum: un atto che ha eliminato di fatto ogni differenza tra maggioranza ed opposizione che sono state poste come d’incanto entrambe sullo stesso piano. 

La maggioranza ha ringraziato sentitamente, il Governo ha festeggiato allegramente lo scampato pericolo, poi è arrivato il caldo africano e tutto si è acquietato.

Ma per fortuna c’è la Festa dell’Amicizia a rinfocolare la fiammella della politica sammarinese che, tra una piadina e una salamella, un bicchiere di Grillèt e il folklore romagnolo, riesce ancora ad inserire un paio di dibattiti politici volando piuttosto alto: Populismi, sovranismi, bene comune, mica roba da poco!

Dai puntuali resoconti però, si è capito che il dibattito ha risentito ancora del clima cameratesco dell’ultimo Consiglio Grande e Generale e tutto è stato affrontato in punta di fioretto, senza sbavature e soprattutto senza compromettere questa bell’atmosfera consociativista. Perché non si sa mai. Il Governo traballa di brutto e se dovesse cadere davvero? Meglio parlare poco così si rischia meno e non si compromettono i rapporti.

Così è emerso che l’attuale situazione che vede la politica stretta tra sovranismi e populismi sarebbe colpa della crisi che ha da anni colpito anche San Marino. Io credo che la crisi attuale abbia origini più lontane e sia di idee, di rappresentanza e di qualità soprattutto, problemi dovuti all’indebolimento dei partiti tradizionali. Ma questi baluardi della democrazia del”900 hanno ceduto perché non hanno avuto dirigenti, ma anche basi sia bene inteso, degni della vita e della storia dei grandi maestri anche del passato più recente. I principi e i valori fondanti dei partiti sono stati traditi: questo ha fatto perdere di autorevolezza fino a non essere più i punti di riferimento di un tempo.

Bene o male, con tutti i limiti e i difetti del caso, i partiti tradizionali preparavano il personale politico. Prima i giovani facevano scuola nel movimento giovanile, poi vi erano le prime esperienze nella Giunta di Castello, quindi il posto nel Comitato Centrale del partito, e poi nella Direzione, e poi nella Segreteria e poi, se si aveva dimostrato qualcosa riconosciuto dagli elettori, c’era lo scranno nel Consiglio Grande e Generale, ed infine, forse, il posto nel Governo della Repubblica.

Alla fine di questo percorso un minimo di preparazione almeno fatta sul campo c’era, ma oggi? Oggi non sei più al servizio di una idea, di ideali per la difesa dei quali è stata data anche la vita. Oggi il sistema ti catapulta, senza nessuna conoscenza, a volte neppure storica, nel Consiglio Grande e Generale o direttamente nel Governo della Repubblica e voilà, il gioco è fatto!  Ma poi, senza memoria storica, senza esperienze, senza conoscenza e senza dover rendere conto “al partito” ma solo ai tuoi elettori che magari sono poche decine, i problemi possono diventare insormontabili.

Per di più veniamo da un periodo in cui la rottamazione dei così detti “vecchi”, tutti messi sullo stesso piano, chi ha rubato e chi non ha rubato, ha portato a scansare come la peste il consiglio di chi avrebbe avuto l’esperienza per evitare qualche grossolano errore.

Risultato finale: la odierna situazione. Un Paese in grande difficoltà, senza idee, senza un progetto, senza una guida con la necessaria rappresentatività, con un Governo incapace, una maggioranza zoppa, la cui prospettiva futura, se non succede qualcosa di straordinario, è un nuovo Governo con nuovi suonatori ma la musica rischia di essere sempre la stessa!