
L’ASTROLABIO – “Siamo privi di Bussola”
Di Augusto Casali
A San Marino viviamo un momento assai difficile e non solo dal punto di vista economico. Infatti a me pare vi sia in atto, da qualche tempo a questa parte, un graduale ma inesorabile processo di impoverimento a livello di identità statuale e di appartenenza a questo nostro lembo di terra.
Vi sono testimonianze documentate di almeno quattrocento anni fa in cui, tra gli osservatori e gli studiosi esterni, emergeva chiaramente la grande curiosità nei confronti dello Stato di San Marino: la millenaria Repubblica abbarbicata sul Monte Titano, definita un miracolo della storia per avere superato le vicende e le mutazioni succedutesi nelle varie epoche ed essersi conservata nei secoli.
Interesse per le nostre istituzioni, per il nostro ordinamento, per le nostre usanze. Di questo dovremmo fare tesoro ed anzi, io penso che proprio la valorizzazione statuale di San Marino e delle sue tradizioni dovrebbe risultare il pilastro principale di un progetto complessivo che potrebbe rilanciare il nostro Paese a livello di immagine, di economia e di socialità.
Invece a me pare che il senso dello stato, che probabilmente va di pari passo con il buon senso, si stia perdendo giorno dopo giorno, con cattivi esempi che a volte vengono dall’alto o da chi non ti aspetteresti mai. La mancanza di memoria storica, la superficialità, la supponenza, il pressapochismo e l’improvvisazione rendono fertile il terreno del distacco dall’essenza e dal significato di appartenenza a questa nostra terra.
E allora, nel nome del modernismo a tutti i costi si copia, spesso male, ciò che avviene nel mondo, perché è più facile e non richiede nessuno sforzo di originalità, – lo fanno anche lì, lo fanno anche la, lo fanno in Europa – si dice – senza tenere conto però del fatto che principi e atti riconosciuti validi in realtà di 50, 60, 70 Milioni di abitanti non sempre possono avere la stessa valenza su di una piccola Repubblica di 61 Kmq e di 33.000 abitanti circa. Anzi, potrebbero rivelarsi fatali per lo snaturamento del tessuto sociale con danni che per un sammarinese non dovrebbe essere difficile intuire.
Per evitare ogni pericolo, così come è sempre stato, con maggiore o minore fortuna, i timonieri della barca, ammesso che ci siano, dovrebbero essere dotati di una bussola funzionante, ma lo smarrimento che domina l’attuale periodo mi fa pensare che siamo privi di bussola, d’altronde gli esempi che si potrebbero fare sono tanti.
Ad esempio, ho appreso proprio oggi, che il Direttore Generale di Banca Centrale, l’ennesimo, è stato silurato dal Consiglio Direttivo unanimemente. Avanti un altro, c’è posto!
Ebbene leggo che il Congresso di Stato “prende atto della decisione….manifesta rispetto per questa decisione assunta in totale autonomia…e – dice – che saranno svolti una serie di approfondimenti nella prossima seduta del Congresso di Stato”. Quindi il nostro Governo al momento non sa nulla. Non siamo di fronte all’usciere, ma bensì al Direttore Generale di BCS e il nostro Esecutivo non sa nulla, deve approfondire! Vi pare normale?
Qui ci troviamo di fronte a veri e propri vuoti di potere lasciati nel nome di male interpretate autonomie di entità varie, nelle maglie dei quali proliferano i tentacoli di una burocrazia sempre più paralizzante.
Altro esempio: mentre si spendono 4 Milioni di Euro in un anno per consulenze discutibili ed elargizioni clientelari, si negano due o tre mila Euro ad organizzazioni ultra centenarie che portano avanti tradizioni radicate sul territorio, giunte ormai al limite della sopravvivenza nel disinteresse delle Istituzioni, oppure si mettono in discussione i Centri Sociali che a fronte di qualche migliaio di Euro portano avanti molte attività e ospitano associazioni varie contribuendo in modo determinante a creare socialità e momenti di concordia cittadina. Per questi ultimi si profila, in base all’assestamento di Bilancio, un passaggio alle competenze del Turismo, così altra burocrazia, moduli, carte, firme e c’è da scommetterci, lì dentro ci entrerà solo qualcuno. Tutto l’inverso di quel che si voleva quando i Centri Sociali sono stati creati.
Piccoli esempi di piccoli problemi, senz’altro, ma quando si perdono di vista, in una micro realtà come quella del nostro Paese gli aspetti sociali e le tradizioni, è segno di sgretolamento. Ma attenzione perché l’occupazione di San Marino che non sono riusciti a fare il Cardinale Alberoni o Fabiano da Monte San Savino, rischiano di renderla possibile i sammarinesi stessi. E in questo senso mi pare ci siano già stati segnali ammonitori chiari che dovrebbero molto preoccupare un sammarinese.