L’ASTROLABIO – “Turismo: Da malato grave a coma profondo!” … di Augusto Casali

Quando all’inizio del 2000 il Nuovo Partito Socialista denunciava, nel corso di una conferenza pubblica, la perdita di 1.000.000 (Unmilione) di turisti nell’arco di 10 anni, tutti hanno fatto finta di nulla: La politica, perché nel Congresso di Stato c’era sempre qualcosa di ritenuto più importante di cui parlare; i vertici delle organizzazioni di categoria succedutesi negli anni, più impegnati a coltivare il proprio orticello, la propria idea o la propria iniziativa, piuttosto che gli interessi generali di un settore che dimostrava di essere in forte declino.

Così nell’indifferenza diffusa il Turismo di San Marino ha continuato a perdere presenze fino ad attestarsi, prima dell’avvento del Coronavirus, attorno a 1.800.000/1.900.000 visitatori, ovvero circa il 40% in meno rispetto al passato, quando a San Marino salivano 3.400.000 persone all’anno. 

Ma anche questo dato statistico allarmante e inconfutabile, non è stato sufficiente per interventi concreti nel settore, anzi: La politica ha pensato bene di risolvere i problemi parcellizzando il bene turismo, con interventi a macchia di leopardo, di natura più clientelare che altro, favorendo gli interessi di porzioni di zone o di pochi a discapito dei molti commercianti del centro storico che cercano di tenere duro con le unghie e con i denti. Un esempio per tutti: c’è da qualche anno a questa parte una ditta di autotrasporti che sembra essere diventata la padrona di San Marino, favorita ed agevolata come nessun’altro operatore del settore del turismo; che di fatto altera i flussi turistici nella accondiscendenza da parte di chi dovrebbe tutelare gli interessi generali, la cui ragione, essendo stato Segretario di Stato con delega al Turismo dal 1992 al 1998, razionalmente mi sfuggono. 

Le organizzazioni di categoria da parte loro si sono limitate a guardare, a proporre magari progetti enormi per una realtà come San Marino e quindi irrealizzabili, o con orizzonti che non andavano oltre il perimetro delle loro stesse attività. 

Le manifestazioni musicali, etniche, medioevali che erano state lanciate con successo nel passato sono state tutte cancellate e sostituite con il nulla, camuffato da sinergia tra pubblico e privato dove il pubblico di solito è quello che paga. A San Marino c’è in questi ultimi tempi un sacco di gente che si occupa di cose che non conosce. Il settore del Turismo non ha fatto eccezione, così si è pensato bene di dare vita ad iniziative serali simili a quelle che si fanno in Riviera, in spiaggia, chiassose caotiche, utili per intrattenere qualche sammarinese ma di certo non per fare salire i turisti rivieraschi che la stessa cosa offerta a San Marino ce l’hanno a portata di mano sotto l’albergo dove alloggiano. A nessuno viene in mente di attuare una proposta turistica esattamente opposta a quella della riviera, fatta di calma, di tranquillità, di spettacoli di livello, di piano bar, di atmosfere soffuse, facendo di San Marino un piccolo salottino notturno nel periodo estivo.

E così siamo arrivati al momento pre-Coronavirus: al 31/12/2019 veniva confermato che i visitatori persi rispetto al passato erano divenuti 1.500.000, 500.000 in più rispetto ai primi anni 2000. Veniva quindi confermato che il Turismo sammarinese era un malato grave, peraltro poco accudito da chi di dovere. Poi a febbraio 2020 è arrivato anche a San Marino il dannato virus è i danni che si è lasciato dietro, economici oltre che sanitari, sono stati davvero consistenti per tutti.

Il settore del turismo, per ovvie ragioni, sarà il più lento a riprendersi perché condizionato non solo da fattori interni, ma soprattutto da fattori esterni.  Se si fosse fatto qualcosa quando furono lanciati i primi segnali di sos, oggi forse la situazione sarebbe un po’ meno drammatica, invece il Turismo a San Marino si trova in uno stato di coma profondo!

Ho fatto un giro nel centro storico sabato, 06 giugno, verso le 16,30, è ho trovato il Paese quasi deserto, negozi vuoti, una desolazione! E’ chiaro che questa categoria di lavoratori ha necessità di aiuti economici immediati, per sostenere le spese, le tasse, le bollette, le fatture, che sono state momentaneamente sospese ma che dovranno essere onorate. E come faranno a pagare con alle spalle tre/quattro mesi di chiusura totale e con la prospettiva futura di una stagione senza presumibilmente turisti stranieri e con meno turisti italiani, quindi con la prospettiva di una stagione irrimediabilmente compromessa?

Occorre che il Governo intervenga senza ulteriori indugi, perché gli operatori del turismo è adesso che devono essere aiutati; occorre pensare ad interventi snelli e diretti da parte dello stato e a interventi a mezzo banche, ma, nell’uno e nell’altro caso, senza orpelli burocratici, a volte anche umilianti, che rallentano quando non impediscono la conclusione delle pratiche.

Vadano i membri del Governo a fare un bel giro per il centro storico di San Marino e si convinceranno alla svelta della necessità di intervenire rapidamente a sostegno di una categoria che, senza chiedere mai troppo, ha prodotto anche nell’anno 2019, il 20% del PIL della Repubblica di San Marino.