
Un accordo ancora non c’è, ma le caselle della presidenza di Camera e Senato dovranno essere riempite necessariamente nelle prossime ore con i nomi. Al massimo entro domani, spiegano i bene informati. Se giovedì prossimo l’elezione non avvenisse al primo scrutinio, infatti, sarebbe una “stonatura” evidente. L’ipotesi, insomma, non è contemplata.
In lizza per la poltrona più alta di Palazzo Madama, ci sono il leghista Roberto Calderoli e il fedelissimo di Giorgia Meloni, Ignazio La Russa. Non a caso, entrambi sono stati avvistati stamattina all’ingresso di via della Scrofa, il quartier generale di Fratelli d’Italia, dove hanno partecipato ad una riunione con i centristi Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa e Antonio De Poli, gli azzurri Licia Ronzulli e Alberto Barachini e l’attuale capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida. Qualcuno ipotizza che ci possa essere stato un confronto diretto fra i due sulla questione. Sicuramente, il dossier era sul tavolo.
La Russa davanti ai giornalisti glissa: “Abbiamo parlato di quali provvedimenti per primi il governo metterà in campo”. E apre all’ipotesi di Giorgetti al ministero dell’Economia, ipotesi circolata nelle scorse ore: “Non c’è un ruolo che non può fare”. Calderoli, invece, la butta sullo scherzo, ma neanche troppo. “Sono pronto a fare tutto”, dice sorridendo. E sul contenuto della riunione si limita ad assicurare che: “Lavoriamo”. A decidere chi sarà il prossimo presidente del Senato, chiarisce, saranno “i nostri leader”.
La Lega non fa però mistero di essere in campo per sostenere il suo nome. Riccardo Molinari, che assieme a Giancarlo Giorgetti è tra i papabili per la presidenza della Camera, al suo arrivo oggi a Montecitorio per le registrazioni degli eletti si sbottona e assicura che il partito sta “lavorando per Roberto Calderoli al Senato”. Stamattina il deputato leghista ha partecipato ad un vertice sulla nascita del nuovo governo e sulle emergenze del Paese assieme a Matteo Salvini, Edoardo Rixi e ai vicesegretari Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana.
Pochi minuti dopo la dichiarazione di Molinari, però, tramite le agenzie di stampa viene fatto filtrare come “il nome del partito di Giorgia Meloni resti quello di Ignazio La Russa”. “È una candidatura – dicono fonti del partito – che oggi si sarebbe ulteriormente rafforzata“. La partita, insomma, è complessa. Anche perché l’intesa sull’elezione della seconda e terza carica dello Stato avrà ripercussioni sugli equilibri interni all’esecutivo.
Il segnale che un accordo potrebbe a breve è l’arrivo a Roma di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia si trova a Villa Grande dove lo ha raggiunto nel pomeriggio Matteo Salvini. Un nuovo vertice con la premier in pectore Giorgia Meloni, secondo le indiscrezioni che circolano, è atteso per stasera, o al massimo domani.
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