L’Errore strategico di Repubblica Futura e il limite di Nicola Renzi come leader di opposizione … di Marco Severini

L’azione politica di Repubblica Futura (RF) si è rivelata un caso esemplare di come un’opposizione mal condotta possa finire per rafforzare i propri avversari e indebolire se stessa.

Il problema centrale risiede in una strategia basata quasi esclusivamente sull’attacco frontale, spesso esasperato e privo di reali contenuti programmatici e talvolta addirittura non veri come il caso dell’attacco al Segretario Matteo Ciacci. Invece di dividere i nemici politici e renderli più vulnerabili, RF ha prodotto l’effetto contrario: ha compattato la maggioranza e frammentato l’opposizione.

L’obiettivo di un’opposizione efficace non è semplicemente attaccare chi governa, ma offrire un’alternativa credibile, un progetto solido che possa conquistare il consenso.

Repubblica Futura, al contrario, sembra essersi specializzata in una politica di aggressione costante, un Rf contro tutti a prescindere, caratterizzata da toni sopra le righe, accuse spesso prive di fondamento e una comunicazione che trasmette esclusivamente astio e rancore.

Come detto, un esempio lampante è stato il caso Matteo Ciacci, su cui RF ha costruito una campagna denigratoria che si è rivelata priva di basi reali. Il risultato? Non solo il governo ne è uscito rafforzato, ma l’opposizione ha visto aumentare le proprie divisioni interne con malumori addirittura dentro Repubblica Futura.

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Al contempo, il movimento Rete ha saputo interpretare il ruolo di opposizione in modo più efficace, riuscendo a mantenere un’identità di “partito di lotta” senza cadere nel furore cieco di RF. Paradossalmente, è proprio Rete a raccogliere oggi le simpatie di quella parte di elettorato che non si riconosce nell’attuale governo, ma che non vuole affidarsi a un’opposizione scomposta e priva di lucidità politica.

Una delle principali responsabilità di questa disfatta politica ricade proprio su Nicola Renzi, leader di Repubblica Futura. Il suo stile di leadership, caratterizzato da una continua escalation verbale e da una politica incentrata sull’attacco personale, ha finito per logorare l’immagine stessa del partito. La domanda sorge spontanea: Renzi è davvero il leader adatto a guidare un partito che ambisce a governare San Marino? Ed i sammarinesi gradiscono questo clima?

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Le ombre sul suo operato, inoltre, non si limitano agli errori politici. Come emerso da testimonianze e da documenti processuali, Renzi ha avuto rapporti quantomeno imbarazzanti con il Commissario della Legge Alberto Buriani, già condannato in primo grado e rinviato nuovamente a giudizio per associazione a delinquere con la Cricca. E che dire del ”NON CONFERMO E NON SMENTISCO” relativamente alla pubblicazione di pizzini tra lo stesso Renzi e Marino Grandoni, anche lui alla sbarra al PROCESSO ALLA CRICCA, il processo per associazione a delinquere che inizierà i primi di maggio.

Dati questi che pesano enormemente sulla sua credibilità.

Con quale autorità morale può oggi ergersi a censore di chi governa, quando il suo stesso passato solleva più di un interrogativo?

L’inefficacia di RF non si esaurisce nell’opposizione attuale, ma affonda le radici in scelte politiche devastanti compiute durante la legislatura di Adesso.SM, di cui il partito è stato parte fondamentale. Il governo di cui Renzi faceva parte ha portato San Marino sull’orlo del collasso finanziario, di fatto svendendo il Paese a personaggi esteri come Francesco Confuorti e arrecando un danno economico al paese di oltre un miliardo di euro.

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Oggi, grazie all’azione dell’attuale governo – con il segretario Marco Gatti in prima linea – la situazione è stata in parte stabilizzata. La manovra dei titoli irredimibili ha evitato il default al paese e ha garantito un futuro meno incerto alle finanze dello Stato. Anche Banca Centrale ha rimesso in piedi un sistema bancario che sotto il governo Adesso.SM era stato pesantemente compromesso.

Di fronte a questi risultati, con quale credibilità RF può oggi presentarsi come alternativa di governo?

Uno degli aspetti più gravi della politica di REPUBBLICA FUTURA è l’accanimento selettivo nei confronti di GiornaleSM. Un partito che attacca apertamente un media, in maniera palese e illegale, mostra tutta la sua fragilità e la mancanza di lucidità strategica.

GiornaleSM ha avuto il merito di portare alla luce le possibili aderenze di Repubblica Futura a persone vicine alla Cricca. Invece di rispondere nel merito e chiarire le proprie posizioni, RF ha preferito tentare un attacco frontale contro un organo di informazione, con l’unico scopo di zittire chi ha fatto il proprio dovere di denuncia. Ma i cittadini non sono stupidi: hanno capito benissimo il doppio fine di questa operazione e lo hanno già dimostrato alle urne.

Chissà che cosa diranno gli organismi internazionali, quali il GRECO che recentemente ci hanno risposto e che si sono detti interessati dello sviluppo di questa situazione. 

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Alla luce di tutto questo, emergono domande fondamentali, può Nicola Renzi parlare dopo i fatti emersi dalle carte giudiziarie? Può Repubblica Futura far parte di una possibile coalizione con questi problemi irrisolti? È Renzi davvero il leader giusto per un partito che ambisce a governare il Paese?

Quello che è certo è che la strategia di RF sta conducendo il partito verso l’isolamento. La politica non è solo scontro: è anche costruzione, confronto, capacità di offrire soluzioni. E su questo fronte, ad oggi, Repubblica Futura ha dimostrato di non essere all’altezza della sfida.

Marco Severini – direttore del GiornaleSM