LETTERA A NAPOLITANO

LETTERA APERTA

All’ ill.mo  Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano

Presidente, mi chiamo Alfredo Manzaroli e sono un giovane cittadino di uno Stato Sovrano chiamato San Marino, sono membro del Consiglio Grande e Generale, il Parlamento del mio Paese, ma soprattutto sono un padre di famiglia e un imprenditore onesto che cerca di costruire un futuro in un Paese fortemente in crisi. Mi rivolgo a Lei, Amato e Rispettato Rappresentante del Popolo Italiano poiché mentre le nostre voci rimbalzano contro impenetrabili muri di gomma e carte bollate  noi Sammarinesi viviamo tempi difficili e vediamo pregiudicato in modo serio il nostro diritto di esistere, esserci, avere la nostra chance di continuare la storia di una Repubblica che era già tale quando l’amica Italia era ancora un arlecchino di vari domini.

Forti solo della nostra umiltà e dell’attaccamento a questa antica terra di libertà, sopravissuta nei secoli a sconvolgimenti e traversie, le chiediamo, Signor Presidente Napolitano,   di aiutarci a salvaguardare la nostra sovranità  in modo che  questo microstato possa  continuare ad esistere, rispettoso  delle regole e rispettato nella sua dignità. Antica e Necessaria è l’Amicizia che lega alla grande Italia – paese democratico – la piccola San Marino – enclave nel territorio italiano– Res Pubblica  da sempre, salvaguardata anche dal Bonaparte durante le guerre napoleoniche, dal Congresso di Vienna del 1814, dal Regno d’Italia sin dal suo sorgere, dal regime mussoliniano ed infine dalla Repubblica Italiana nata dal referendum costituzionale del 1946. San Marino è rappresentata all’ONU ed in altri organismi internazionali ed intrattiene regolari relazioni diplomatiche con molti paesi di ogni continente.

L’Amicizia, Signor Presidente richiede reciprocità.

Noi riteniamo che i recenti avvenimenti incrinino questo  rapporto finora leale.

Noi riteniamo che la sproporzione di forza e la durezza dei provvedimenti presi unilateralmente dal Governo Italiano  inducano a pensare  che l’obiettivo vero di un certo agire non sia quello dichiarato.

Noi riteniamo che le accuse dei mass-media italiani  che ci dipingono come un covo di malfattori siano ingiuste, qualunquiste  e pilotate, per giustificare le operazioni che si stanno intentando e per creare nella pubblica opinione italiana avversione ed ostilità versa una piccola Repubblica che è sempre stata amica dell’Italia, ha contributo a portare benessere a tutta la zona limitrofa, ha dato lavoro a tanti suoi concittadini e li ha protetti in varie occasioni come quando durante l’ultimo conflitto mondiale ha ospitato e diviso il suo poco pane con 100.000 profughi italiani.

Non è la prima volta che ci troviamo in questo drammatico frangente: il tentativo del Cardinal Giulio Alberoni concluso il 5 febbraio 1740 ed i fatti di Rovereta del 1957 ne sono tristi precedenti.

L’asfissia economica che da qualche tempo viene praticata contro S. Marino è un’arma ingiusta e dalla moralità opinabile il cui prezzo ricade prevalentemente  sui cittadini onesti, sulle imprese sane e non sicuramente sui farabutti che  -purtroppo-  abbondano ovunque, anche in Italia come la cronaca ci racconta ogni giorno.

Noi ci rendiamo conto che un ciclo dell’economia internazionale si sia concluso con molte macerie e che tutti abbiamo il dovere di intraprendere azioni per riparare i gravi sconquassi provocati.

San Marino ovviamente non ha deciso quel ciclo economico, ne è stato un semplice piccolo ingranaggio del tutto marginale.

Tutti i paesi occidentali  hanno consentito alla finanza internazionale, a partire dagli anni 80 fino allo scoppio della bolla speculativa americana, operazioni spericolate  con i cosi detti derivati e utilizzando paesi definiti “paradisi fiscali” che fino ad ieri andavano benissimo ed oggi non più.

Bene, ne prendiamo atto e siamo  d’accordo.

Ma San Marino è una goccia  in un  mare in cui la fanno da padroni lobby finanziarie potentissime  in grado di condizionare Governi ed intere nazioni.

Contro di loro deve essere indirizzata una azione  forte e coordinata dei Paesi più importanti  e non certo contro i piccoli stati che fanno al massimo piccoli danni.

Noi, nel nostro piccolissimo, siamo comunque pronti a cambiare, la popolazione ne è consapevole ed anche gran parte della classe politica.

Ma senza sovranità finanziaria ed economica non esiste neppure una sovranità statuale e , date le nostre dimensioni lillipuziane, tutto rischia di ridursi   a mero folklore buono  per  turisti frettolosi.

Come ben Lei sa, Signor Presidente Napolitano, ogni anno l’evasione fiscale dell’Italia ammonta a circa 300 miliardi di euro di cui 115 di mancate imposte dirette, 105 di mancate imposte dell’economia sommersa; 25 miliardi di contributi non versati; 40 miliardi non pervenuti dalle attività  economiche in mano alla  criminalità organizzata.

Fa benissimo dunque il Governo Italiano a cercare di recuperare questo fiume di denaro che realizza un vero furto verso i contribuenti corretti.

Ma non è San Marino, se non in minima parte, che intercetta questa enorme evasione. Per rendersene conto basta confrontare questi numeri con i dati globali della nostra economia.

Allora perché questa crociata antisammarinese?

Forse perché in un momento difficile noi siamo un facile capro espiatorio?

Se fosse questa la giustificazione non farebbe onore ad un Grande Paese che si accanisce contro chi non può difendersi.

Ancora pochi mesi ed il nostro sistema economico sarà irreparabilmente compromesso, non ci saranno soldi per il futuro dei nostri figli, la sicurezza dei nostri anziani che hanno lavorato onestamente una vita, le opportunità per noi cittadini nel pieno della maturità lavorativa. Passando anche sopra al fatto che la convenzione italo-sammarinese del 1939 sia  stata completamente ignorata dal Governo italiano, fatto di per sé grave, anche dal punto di vista politico ed economico le azioni intraprese non tengono conto che il sistema economico sammarinese  da 30 anni almeno, operando prima in lire ed ora in euro, garantisce benessere e stabilità direttamente ai 35 mila residenti, ai circa 10 mila frontalieri(fra regolari ed irregolari) e alle loro famiglie, inoltre implementa in modo consistente tutta una serie di attività produttive e turistiche nel raggio di centinaia di chilometri. Si può dire che il sistema San Marino ha fino ad ora offerto  opportunità e benessere a non meno di 150-200 mila persone con benefici anche a distanza, e tutto questo senza sottrarvi risorse che vengono invece valorizzate e riversate prevalentemente nel sistema economico italiano.

Ma, come si diceva, specie negli ultimi 10 anni, si sono evidenziati ed accentuati nel tempo anche effetti negativi e molto negativi con infiltrazioni e degenerazioni che vanno decisamente corrette ed  eliminate.

Noi chiediamo veementemente di essere aiutati a sbarazzarci di questo sottobosco che ha depredato il Paese arricchendo pochi e togliendo il futuro a molti; nell’essere aiutati ad imboccare la via della legalità e trasparenza però dobbiamo però essere consapevoli  che non è San Marino che genera evasione e  corruzione: San Marino ne ha al massimo lucrato.

Il problema va risolto alla fonte perché, altrimenti,  come già sta avvenendo  l’evasione  di casa vostra cercherà altri approdi, magari extra europei, con risultati che si possono facilmente immaginare e che già si intravedono.

Signor Presidente Napolitano ,

Noi siamo disposti a cambiare e a rinsaldare la nostra amicizia e non solo per convenienza, ma per stima, rispetto ed identità culturale.

Noi chiediamo di essere aiutati a sconfiggere la corruzione che si annida anche nel nostro Paese anzi ne è il principale  nemico e lo vampirizza; chiediamo solo che ci vengano riconosciuti ambiti economici specifici e la  possibilità di attuare  politiche fiscali adatte ad un Paese di 60 Km quadrati che non ha altri modi di competere con chi è immensamente più grande di lui; chiediamo solo la chance di dimostrare che la vera San Marino non è quella che si evince dalla truffa o dallo scandalo di turno.

Noi ci fidiamo di Lei, Signor Presidente Della Repubblica Italiana, quale garante supremo e costituzionale, e le chiediamo un gesto ed una parola che restituiscano a San Marino la dignità e l’onore imbrattato anche per errori di suoi dirigenti ma non di tutto il popolo sammarinese che invece è un popolo lavoratore, onesto e degno di Rispetto.

Noi non siamo signor Presidente Napolitano, i parassiti succhia sangue dell’Italia, siamo una piccola, antica realtà libera e fiera che vuole continuare a contribuire alla Nazione Italiana,  all’Europa e al Mondo con la sua specificità ed il suo esempio di Comunità –Stato  come ha fatto con umiltà e coraggio per oltre 1700 anni…e continuerà a fare ancora a lungo.

Confidiamo in Lei e in tutto ciò che rappresenta,

Con Profonda Stima, Alfredo Manzaroli Cittadino di uno Stato Sovrano