Lite alla festa finisce in tragedia: imprenditore uccide il figlio e ferisce un amico

Una serata che doveva essere di festa si è trasformata in tragedia a San Gregorio, dove un imprenditore sessantenne ha sparato al figlio di 23 anni, uccidendolo, e ha ferito un amico del ragazzo. L’uomo, ora in stato di arresto con l’accusa di omicidio volontario, è stato bloccato dai carabinieri del comando provinciale, che indagano sull’accaduto sotto il coordinamento del sostituto procuratore Rocco Liguori, del pool diretto dall’aggiunto Fabio Scavone.

Secondo le prime ricostruzioni investigative, l’imprenditore sarebbe intervenuto infastidito dal rumore della festa, impugnando una pistola 357 magnum regolarmente detenuta ma portata senza autorizzazione. Una colluttazione è scoppiata quando il figlio e un amico hanno cercato di disarmarlo: durante la lotta sono partiti due colpi di arma da fuoco.

Il primo ha colpito il giovane all’addome, risultandogli fatale. Il secondo proiettile ha raggiunto al tallone un trentenne catanese, amico della vittima, poi soccorso e trasferito all’ospedale Cannizzaro di Catania. Il ferito ha riportato una lesione all’altezza della caviglia, giudicata guaribile in quindici giorni. Dopo essere stato medicato, è stato dimesso con l’indicazione di sottoporsi a ulteriori controlli ortopedici.

L’episodio ha scosso profondamente la comunità locale, incredula di fronte a una tragedia familiare così improvvisa e drammatica. Proseguono intanto le indagini per chiarire ogni aspetto dell’accaduto e definire le responsabilità.

San Gregorio si risveglia sconvolta da una tragedia che evidenzia ancora una volta come, anche nelle situazioni più comuni, la presenza di armi possa trasformare un conflitto in un dramma irreparabile. Gli inquirenti lavorano per ricostruire ogni dettaglio di una serata sfociata in morte e dolore.