Aristofane, un antico commediografo greco, sosteneva che la giovinezza invecchia, l’ignoranza può essere colmata, ma la stupidità rimane. Questa conclusione è stata ribadita anche dall’economista Carlo M. Cipolla nel suo saggio breve intitolato “Allegro ma non troppo”, in cui espone una teoria scherzosa sulla stupidità umana.
Molti di noi si sono chiesti come mai così tanti intellettuali siano caduti nella trappola della propaganda, dimostrando una mancanza di senso critico che avrebbero dovuto possedere.
Cipolla, nel suo saggio, spiega che la stupidità non è confinata solo tra coloro che non hanno avuto l’opportunità di istruirsi, ma si può trovare anche tra chi ha trascorso molto tempo sui banchi di scuola e occupa posizioni di potere.
La prima legge fondamentale della stupidità umana stabilisce che, quando cerchiamo di fare una stima sul numero di individui stupidi in un gruppo, la loro proporzione supera sempre le previsioni più pessimistiche. Tale legge si applica sia a un campione di bidelli (con tutto il rispetto), che a un gruppo di docenti, e addirittura anche ai premi Nobel.
Il mondo è quindi popolato da individui stupidi, persone che non solo rappresentano un pericolo per se stesse, ma soprattutto per la società nel suo complesso, poiché le loro azioni frenano il progresso.
Una persona stupida è colui che causa danni ad altre persone o gruppi senza trarne alcun vantaggio personale o addirittura subendo una perdita.
Al contrario, un criminale trae un beneficio personale dalle sue azioni dannose verso gli altri. Esiste anche lo sprovveduto, che fa guadagnare gli altri a spese di se stesso.
Solo le persone intelligenti sono in grado di agire in modo che le loro azioni apportino benefici sia a loro stesse che agli altri.
Mentre una persona intelligente può occasionalmente comportarsi in modo sprovveduto e un criminale può agire con intelligenza, lo stupido rimane sempre fedele al proprio modus operandi.
Come scrive saggiamente Cipolla, “giorno dopo giorno siamo ostacolati nelle nostre attività da individui ostinatamente stupidi, che compaiono improvvisamente e inaspettatamente nei momenti e nei luoghi meno opportuni”.
Persone che in passato avevamo giudicato razionali e intelligenti possono rivelarsi improvvisamente e irrimediabilmente stupide.
Queste considerazioni possono essere collegate alla realtà di San Marino, dove si sono verificati casi in cui funzionari dello Stato, che sembravano essere acuti, integerrimi, valorosi salvatori della patria, hanno infine tradito la loro carriera e dignità, per inseguire interessi diversi.
Come definire cotanti pezzi di… esseri umani?
Quando si parla – è un semplice esempio senza alcun riferimento preciso ad alcuno- di associazione a delinquere in relazione a ruoli particolarmente delicati, non serve una laurea per comprendere che forse sarebbe il caso di fare un passo indietro, ancor prima dell’esito di una sentenza.
Ebbene, in tali circostanze, difendere pervicacemente l’indifendibile, diventa marchio di fabbrica dello stupido.
La morale? È fondamentale comprendere che la stupidità può influenzare le azioni di coloro che occupano posizioni di autorità e che a prima vista sembrano razionali e intelligenti. Questa realtà deve essere affrontata con serietà e cautela. È necessario promuovere una cultura critica e responsabile, in modo da evitare che persone stupide detengano poteri che potrebbero arrecare gravi danni alla società nel suo complesso.
Il riconoscimento della propria stupidità e il rifiuto di agire in modo irrazionale e dannoso sono passi fondamentali per il progresso e la salvaguardia della collettività.
Peccato solo che, come insegna Cipolla, la pericolosità dello stupido risieda proprio nel fatto che, a differenza delle altre categorie di individui, non è consapevole della propria stupidità.
Finché, almeno, non sono i fatti a smascherarlo.
David Oddone
(La Serenissima)