L’Ucraina a rischio default. Tra elezioni, bancarotta e militari russi

Obama putinDal punto di vista politico sembra muoversi qualcosa. Da quello economico è un disastro dopo il congelamento degli aiuti da parte della Russia. Intanto Putin invia i militari in Crimea, Obama marines a Kiev.

Giorno dopo giorno si cercano di rimettere insieme i pezzi di un paese, l‘Ucraina, tornato all’anno zero. Dal punto di vista politico sembra muoversi qualcosa con l’elezione di Oleksandr Turcinov a capo di stato ad interim e con la decisione delle elezioni del prossimo 25 maggio. Dal lato economico invece tutto sembra fermo e bloccato. Deterioramento sostenziale della situazione economica e aumento del rischio di default. Ovvero l’incapacità di ripagare i debiti. Questo lo scenario che si apre sull’Ucraina. Dopo la destituzione del presidente Yanukovich e il conseguente congelamento da parte della Russia della seconda tranche di aiuti a Kiev del valore complessivo di 15 miliardi di dollari, non si capisce chi sarà il prossimo rubinetto di liquidità dell’Ucraina. C’è tuttavia un ulteriore questione:  la spaccatura territoriale del paese tra simpatie russe e non, tra est e ovest. Secondo la televisione Russia Today la Russia avrebbe mandato in Crime, zona russofona, mezzi blindati e soldati. Di risposta al clima da guerra fredda, Washington ha inviato un piccolo contingente delle forze di elite dei marine a protezione dell’ambasciata americana a Kiev.
Sull’orlo della bancarotta – Per non fare la fine dell’Argentina nel 2001, il Paese ha bisogno e ha richiesto 25 miliardi di euro entro la fine del 2014. Uno scenario su cui pesa la decisione della Russia 15 miliardi di dollari. Il Pil nel 2013 ha segnato un -0,5% e le aspettative per il 2014 sono a dir poco precarie. Sulla base di questi numeri il 21 febbraio, l’agenzia di rating Standard & Poor’s, ha declassato il debito sovrano del paese a “CCC” da “CCC+” con outlook negativo. Tutto ciò nonostante i 2 miliardi di dollari che le banche russe hanno concesso all’Ucraina, prima del congelamento, negli ultimi tre mesi. L’accordo dello scorso 17 dicembre siglato con la Russia prevedeva un taglio del prezzo del gas all’Ucraina e l’acquisizione da parte di Mosca dei titoli di Stato ucraini per 11 miliardi di euro più ulteriori aiuti economici. “E’ venuto a mancare un partner – ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico russo Alexei Ulyukayev – chi è il premier, chi sono i ministri e qual è il programma di governo? La nostra scelta è comprensibile”.

Venti di guerra fredda – Ma non è tutto, ad alimentare il clima già infuocato del Paese – dopo che la formazione del governo di unità nazionale è slittata a giovedì 27 febbraio – è stata la mossa di Putin che nel pomeriggio di martedì 25 febbraio avrebbe inviato a Sebastopolimezzi blindati. Ha dare la notizia è stata la tv Russia Today, che ha affermato che i veicoli sarebbero arrivati in piazza Nakhimov, centro della città della Crimea, che ospita la flotta russa sul Mar Nero.  La situazione non è chiara dal momento che Mosca, secondo i media locali, ha affermato di aver usato solo i mezzi a disposizione in loco. A creare uno scenario di guerra si aggiungono anche le brigate di autodifesa, pronte a difendere il nuovo sindaco russo Alexei Chaly eletto domenica 23 febbraio a Sebastopoli, dove numerosi manifestanti hanno chiesto l’intervento di Mosca con slogan come “Russia noi siamo tuoi figli”.

La posizione occidentale – Nel frattempo l’occidente cerca di fare ciò che non ha fatto prima. Il predidente Obama è stato praticamente invisibile mentre Putin ha fatto ricorso a quasiasi arma, finanziaria e politica pur di assicurarsi una leva conveniente per influenzare Kiev. Ora si aggiunge anche l’influenza territoriale. Cosi nella stessa giornata in cui il Cremlino ha deciso di dispiegare i suoi blindati, arriva la risposta del Pentagono che, ha fatto sapere alla Cnn, di aver inviatoi un piccolo contingente di marine a protezione dell’ambasciata americana a Kiev. Dal punto di vista economico invece, Stati Uniti Fondo monetario internazionale, si sono detti pronti a igniettare liquidità all’Ucraina per salvarla dal baratro economico. Bruxelles, tramite il suo capo della diplomazia, Catherine Ashton, ha quantificato in 20 miliardi di euroil finanziamento che potrebbe arrivare dopo la formazione del nuovo governo.

Il fronte politico – In parallelo, il fronte politico, dopo aver nominato unTurcidov come presidente ad interim, è alla ricerca di un premier di lunga durata che sarà eletto il prossimo 25 maggio. Da oggi sono aperte le candidature per le prossime presidenziali e l’ex campione del mondo di pugilato, Vitaly Klitschko, non ha perso tempo, ufficializzando la volonta’ di candidarsi alle presidenziali di maggio. Oltre al leader del partito nazionalista Udar (colpo), potrebbero presentarsi anche l’ex premier Yulia Tymoshenko Oleg Tiahnybok, leader del partito di estrema destra Svoboda.

Yanukovich e il mandato d’arresto – L’accusa per l’ex presidente intanto diventa internazionale. Dopo la messa in stato d’accusa per strage da parte del parlamento, votata domenica 23 febbraio, stamane i deputati ucraini hanno approvato una mozione per chiedere al Tribunale penale internazionale all’Aja di processare Yanukovich, per crimini contro l’umanità.

liberoquotidiano.it

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