Monsignor Luigi Negri, intercettato il 28 novembre scorso sul Frecciarossa partito da Roma-Termini, si è sfogato con il suo collaboratore dopo l’assegnazione di due diocesi per anni in mano a Comunione e liberazione a due preti di strada: “E’ uno scandalo. Decisione avvenuta nel disprezzo delle regole. Speriamo che la Madonna faccia il miracolo”. Raggiunto dal direttore della Nuova Ferrara non smentisce: “Qualcuno ha la registrazione?”
“Speriamo che con Bergoglio la Madonna faccia il miracolo come aveva fatto con l’altro”. Il riferimento a papa Luciani è appena velato. La frase è dell’arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri, alto prelato in profondo disaccordo con Francesco e punto di riferimento di Comunione e Liberazione.
Contro la nomina dei preti di strada
Il motivo della sua contestazione: le recenti nomine di Papa Francesco a Bologna e Palermo, diocesi per anni in mano a Cl, dei vescovi Matteo Zuppi e Corrado Lorefice, due preti di strada.Monsignor Negri, il 28 ottobre, sul Frecciarossa partito da Roma-Termini (testimoni oculari hanno riferito l’accaduto), ha dato libero sfogo ai suoi pensieri a voce alta, come pare sia sua abitudine, incurante dei pochi presenti nella carrozza di prima classe, con il suo segretario, un giovane pretino dal look della curia che conta, doppio telefonino, pronto a filtrare le telefonate dell’arcivescovo. “Dopo le nomine di Bologna e Palermo – sbotta – posso diventare Papa anch’io. È uno scandalo. Incredibile, sono senza parole. Non ho mai visto nulla di simile”. L’alto prelato, lasciando sbigottiti i testimoni, non si rassegna deve parlare con qualcuno, chiede al segretario di chiamare al telefono un amico di vecchia data, anche lui di Cl, Renato Farina, noto come “agente Betulla”, rincarando la dose. Non ancora soddisfatto, continua con il giovane prete: “Sono nomine avvenute nel più assoluto disprezzo di tutte le regole, con un metodo che non rispetta niente e nessuno. La nomina a Bologna è incredibile. A Caffarra (il vescovo uscente per limiti d’età) ho promesso che farò vedere i sorci verdi a quello lì (Zuppi): a ogni incontro non gliene farò passare una. L’altra nomina, quella di Palermo, è ancora più grave. Questo (Lorefice) ha scritto un libro sui poveri – che ne sa lui dei poveri – e su Lercaro e Dossetti, suoi modelli, due che hanno distrutto la chiesa italiana”.
La conferenza e la pancia della curia
Il Fatto ieri ha provato a contattare l’arcivescovo Negri per chiedere se volesse precisare le sue parole. “Sì, credo fosse su quel treno il 28 ottobre”, ha spiegato il suo portavoce don Massimo Manservigi ascoltando le frasi di Negri che gli avevamo ripetuto. “Ma adesso (ore 21:30, ndr) monsignore sta tenendo una conferenza all’università e non è possibile contattarlo”. Il Fatto resta a disposizione per ascoltare eventualmente le spiegazioni del prelato.
È comunque difficile credere che monsignor Negri parlasse a titolo personale e non rivelasse uno stato d’animo condiviso dalla casta vaticana. Bergoglio se vuole, come ha promesso, di portare a compimento i propositi di Giovanni XXIII – “Chiesa popolo di Dio” – prima di tutto deve allontanare i mercanti dal tempio.
La replica
Monsignor Negri, raggiunto dal direttore della Nuova FerraraStefano Scansani dopo la messa del 25 novembre, non ha smentito. L’arcivescovo ha detto che reagirà all’articolo nelle prossime ore e ha aggiunto: “Qualcuno ha registrato? Questo nuovo episodio spiega tutto l’odio teologico contro la Chiesa”.
Il Fatto Quotidiano.
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ANSA. Mons.Negri, ‘totale obbedienza’ al Papa – ‘Se si fosse determinato scandalo ne chiederemo perdono tutti’
(ANSA) – BOLOGNA, 25 NOV – “Se a causa di quanto è accaduto, si fosse determinato uno scandalo, soprattutto nei più deboli, ne chiederemo perdono tutti”. Così il vescovo di Ferrara mons.Luigi Negri annuncia alla diocesi di aver chiesto un incontro al Papa al quale rinnova “totale obbedienza”: “Anche sollecitato dalle recenti gravi affermazioni attribuitemi sulla stampa, ho chiesto al Santo Padre di potere avere un incontro filiale con lui, in cui poter aprire il mio cuore di pastore al suo cuore di Padre universale”.
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Il vescovo chiede perdono al Papa e si “rimette” al suo consiglio
FERRARA. Questa la lettera, dal tono molto imbarazzato e penitente, inviata dall’arcivesco di Ferrara, Luigi Negri, nella quale il monsignore chiede perdono al Papa, gli sollecita un «incontro filiale» e si rimette al suo «consiglio».
«Carissimi Figli della Chiesa di Ferrara-Comacchio,
per me, fin dagli anni della prima giovinezza, vivere il legame con il Santo Padre è stato un riferimento ineludibile e fonte di vita nuova. Senza il costante riferimento al Papa non esiste per nessuno, Vescovi compresi, la possibilità di essere veramente cristiani nel mondo.
Lo dimostra il mio pensiero sulla Chiesa e sul Papa nelle decine di comunicati, negli atti di magistero e nelle numerose opere pubblicate (cfr www.luiginegri.it).
Sento quindi il dovere di coscienza di rinnovare, davanti a voi che siete il mio popolo, la certezza della mia fede in Cristo e della mia totale obbedienza al Papa.
Anche sollecitato dalle recenti gravi affermazioni attribuitemi sulla stampa, ho chiesto al Santo Padre di potere avere un incontro filiale con lui, in cui poter aprire il mio cuore di pastore al suo cuore di Padre universale perché – nell’incremento della comunione reciproca e rimettendomi al suo consiglio, che per me è l’unico legittimo – possa camminare spedito verso il compimento della fede.
L’incontro che spero che il Santo Padre vorrà concedermi, lo considero come il gesto di inizio del pellegrinaggio della nostra Chiesa particolare a Pietro, nell’anno straordinario della Misericordia.
Se a causa di quanto è accaduto, si fosse determinato uno scandalo, soprattutto nei più deboli, ne chiederemo perdono tutti.
Questa è la mia professione di fede, di obbedienza e di Verità. Tale la sento davanti a voi e al nostro comune Signore e la professo con sicurezza assoluta perché, come diceva Alessandro Manzoni, «Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non prepararne loro una più certa e più grande».
La Nuova Ferrara