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  • M5s: voto parlamentarie in tilt, proroga alle 17

    L’alto numero degli accessi per le parlamentarie M5s ha provocato rallentamenti e difficoltà per le operazioni di auto candidatura tanto che il Movimento ha deciso di prorogare fino alle 17 di oggi il termine che è appena scaduto. L’annuncio della proroga arriva dal M5s sul blog dove si commenta: “Le parlamentarie sono un successo. Tantissime persone stanno partecipando a questa prova di democrazia del M5s unica forza politica che si apre alle persone di buona volontà e le fa votare dai suoi iscritti e non dai capi di partito”.

    Il blog riferisce che soprattutto nell’ultima ora delle parlamentarie c’è stato un picco di accessi che ha causato rallentamenti al sito e che quindi si è deciso di prorogare i termini per le auto candidature “per poter garantire la più ampia partecipazione”. In base alle nuove regole del Movimento tutti gli attuali iscritti per potersi candidare e poter partecipare alle votazioni devono iscriversi alla nuova Associazione Movimento 5 stelle. Per farlo è necessario loggarsi al M5s con le vecchie credenziali di accesso, poi entrare nella pagina di modifica del profilo ed attendere l’accettazione dell’iscrizione alla nuova associazione: solo dopo queste operazioni è possibile presentare la propria auto candidatura da una pagina di modifica del profilo. L’operazione insomma è piuttosto lunga ma, assicurano i 5 stelle, è già accaduto in altre occasioni che l’alto numero di accessi abbia provocato rallentamenti nel sistema.

    Dalle parlamentarie, le primarie on line M5s, usciranno le liste cinque stelle.

    Una volta conclusa questa fase in due settimane, giorno più giorno meno, il “casting” dovrebbe essere concluso: il 19 gennaio lo squadrone elettorale dei pentastellati si riunirà a Pescara per la convention che darà il via alla campagna elettorale.

    C’è attesa ma anche un po’ di inquietudine nelle file del M5s per le nuove regole. Non tanto per la multa da 100mila euro per i futuri dissidenti, quanto per le candidature degli indagati e l’apertura ai non iscritti. Un grande potere se lo sono riservati Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio, che filtreranno gli aspiranti candidati, eliminando coloro che non rispettano le regole. Grillo ha assicurato che il processo di scrematura sarà “limpido, trasparente e regolare”.

    Le nuove regole, si sa per certo, hanno fatto storcere più di un naso: far entrare gli esterni in lista e chiudere un occhio su chi è finito nelle maglie della giustizia sembra avvicinare pericolosamente il movimento di Grillo agli altri partiti. Oggi però l’ala “ortodossa” dei cinque stelle ha smentito che ci siano mugugni e malumori.

    Roberto Fico nega con forza di remare contro la svolta decisa da Grillo: “Basta con le bugie dei giornalisti” esclama il presidente della Vigilanza Rai. A suo giudizio “con il nuovo codice etico si rafforzano le tutele contro i conflitti di interessi e contro condotte fraudolente che possono prescindere dalle indagini penali. E per gli eletti si prevede la rinuncia ai privilegi, stipendi faraonici e si contempla la massima trasparenza su ogni azione. Principi molto diversi da quelli degli altri partiti”. Allo stesso modo la senatrice Paola Taverna, altra “dura e pura” della prima ora, esclude che i cinque stelle siano sul punto di normalizzarsi: “Con le nuove regole, il M5S non si trasforma in un partito. Anzi, restiamo una cosa del tutto diversa”.

    Le critiche vengono invece dal Pd, che mette nel mirino il ruolo dell’azienda di Davide Casaleggio. Osserva il senatore dem Andrea Marcucci: “Esiste un gigantesco conflitto di interesse che riguarda il M5S e l’azienda Casaleggio, amplificato dalle nuove regole. Un’azienda si alimenta con i soldi pubblici del M5S ed i vertici aziendali non eletti ne determinano la linea politica”.