Mamme in Emilia-Romagna, luci e ombre: seconda in Italia per qualità della vita, ma il lavoro resta un ostacolo

Sanità di qualità, servizi educativi sopra la media, ma anche lavoro precario e part-time involontari: è il ritratto a doppia faccia della maternità in Emilia-Romagna, che si piazza al secondo posto nella classifica nazionale delle regioni più attente al benessere delle madri, subito dopo il Trentino Alto Adige. A scattare la fotografia è il nuovo rapporto “Le Equilibriste” di Save the Children, pubblicato a pochi giorni dalla Festa della Mamma.

Il report mette in evidenza i punti di forza, ma anche le fragilità del sistema. Nel 2024, il tasso di fecondità in Emilia-Romagna è di 1,19 figli per donna, praticamente in linea con la media nazionale (1,18). A preoccupare, però, è la condizione lavorativa: se da un lato quasi tre madri su quattro risultano occupate (73,7%), dall’altro il ricorso al part-time involontario tocca comunque il 12% delle donne, anche se il dato resta sotto la media italiana (15,6%).

Servizi educativi e salute: i veri punti di forza

L’Emilia-Romagna svetta nella classifica dei servizi per l’infanzia. Con una copertura del 30% nei servizi 0-2 anni, la regione raggiunge il doppio della media nazionale, con ottimi risultati anche su tempo pieno e mensa scolastica. Bene anche sul fronte sanitario, dove si conferma seconda in Italia dopo il Trentino Alto Adige.

Sul delicato fronte della violenza di genere, la regione guadagna una posizione, grazie a una rete crescente di centri antiviolenza e un’attenzione crescente alla prevenzione.

Un equilibrio ancora troppo fragile

Il quadro tracciato da Save the Children racconta però anche un’Italia in cui diventare madre significa ancora oggi fare acrobazie quotidiane tra lavoro, cura e aspettative sociali. E l’Emilia-Romagna, nonostante i risultati positivi, non fa eccezione.

Le autrici del rapporto lanciano un appello alle istituzioni: servono politiche più incisive sul lavoro femminile, una revisione dei modelli di welfare e un investimento strutturale nella conciliazione vita-lavoro. Solo così, dicono, sarà possibile rendere l’Italia – e con essa l’Emilia-Romagna – davvero a misura di madre.