Matteo Salvini: al sud mi rottamo e faccio un nuovo partito

SalviniSettembre è il mese del non ripensamento, avanti sulla strada segnata, «perché in politica oggi la coerenza è quel che paga di più». «Ho incontrato i sindaci e i segretari locali, oggi incontrerò i nazionali, Zaia, Maroni, Giorgetti, Bossi, tutta la dirigenza. C’ è da mettere giù il percorso che illustreremo dal palco di Pontida tra due settimane; quest’ anno durerà tre giorni».

Matteo Salvini – mentre va a Borgosesia per ricordare l’ europarlamentare Gianluca Buonanno – è disponibile a ragionare con Libero sulla proposta lanciatagli dall’ ex professore grillino Paolo Becchi dalle colonne del nostro giornale di creare un fronte di liberazione nazionale, da Renzi e dal suo referendum. «Becchi lo ringrazio per la lucidità e il coraggio» rilancia il leader leghista «e gli dico che sono pronto a organizzare un evento pubblico per il No al referendum con Grillo, i berlusconiani e chiunque voglia spartire il palco, tutto insieme per dire No».

Saliresti sul palco anche con i partigiani?
«Certo, anche se loro si oppongono alla riforma Boschi per ragioni conservative, perché nulla cambi, mentre quelle della Lega sono diverse».

E quali, nello specifico?
«Io voglio che la riforma costituzionale non ricentralizzi tutto nelle mani dello Stato, impedisca per sempre i cambi di casacca dei parlamentari e modifichi anche l’ articolo 75, che ci proibisce di fare un referendum contro l’ Europa e ci lascia in balia di Bruxelles. Il tagliando a Libero l’ ho mandato ma ora voglio votare».

Pensa che il M5S accetterà il suo invito?
«Hanno una posizione ambigua sul referendum. A parole lo combattono ma poi non si sono mobilitati davvero per raccogliere le firme contro la riforma. Forse hanno fatto i loro calcoli e pensano che gli convenga così, perché potrebbe consentire loro di governare con il 28%. Sono calcoli sbagliati».

Roma è il capolinea di Grillo?
«I nostri dirigenti arrivano dal territorio e dalla gavetta e non da internet. Per questo le amministrazioni locali solo la nostra forza e la loro debolezza. Ma difendo la Raggi da quei fenomeni che oggi la attaccano ma che fino a ieri hanno ridotto Roma una latrina».

Anche la loro lotta all’ Europa sembra avere perso forza…
«Loro hanno perso forza quando hanno perso Casaleggio. Ora sono senza leader e quel mezzo che hanno gira l’ Europa in pellegrinaggio per accreditarsi presso chi dovrebbe combattere».

Un giudizio pesantissimo: è perché li teme?
«No, è sempre per amore di coerenza. Ieri dovevo andare a Cernobbio ma mi sono sfilato, non sono disposto a tutto: basta con queste sfilate di vanità repressa».

Il professor Becchi la mette in guardia dal lepenismo: sostiene che l’ Italia non è la Francia…
«Con la Le Pen condivido una battaglia, come con il Partito della libertà di Hofer, che il 2 ottobre diventerà presidente dell’ Austria, o con gli olandesi di Vilders; ma è ovvio che siamo diversi, ognuno mantiene le proprie specificità».

Per esempio?
«La Le Pen è centralista, la Lega è federalista. Una delle prossime battaglie chiave sarà per l’ eliminazione dei prefetti, che sono un’ istituzione non democratica, che ultimamente è preposta solo a riempire le città di profughi per conto del governo. Tutto il potere ai sindaci, che solo stati eletti».

Bossi ogni due per tre dice che lei sta sbagliando tutto..
«Bossi dice che l’ alleanza con Berlusconi è imprescindibile ma nella vita nulla è imprescindibile. Dovremmo pensarci bene».

Però governava, e da sola la Lega non può governare…
«Lo dicono anche della Le Pen e di Hofer. Sono gli stessi che dicevano che l’ Inghilterra non avrebbe mai votato per la Brexit e che se lo avesse fatto sarebbe stato un disastro. Ma il mondo è cambiato. Hofer vincerà e farà il referendum per uscire dall’ Europa. Vorrei un giorno li potesse fare l’ Italia».

La Merkel ieri ha preso una bella batosta…
«Un segnale eccezionale! Perfino in Germania, l’ unico Paese che con la moneta unica ci ha straguadagnato, si sono accorti che l’ esperimento è fallito. L’ Ue è allo sfacelo».

Da Parisi la divide più l’ Europa o Alfano?
«L’ una e l’ altro, si tengono insieme. Ci sono certi forzisti che non sognano altro che diventare presidenti dell’ europarlamento».

Ma davvero per il governo non è disposto a venire a patti con i moderati del centrodestra?
«Ma quali moderati? Quelli sono i traditori, non ricorda? Già a Milano abbiamo fatto questa marmellata, imbarcando tutti. Avevo detto sì per non fare il solito Salvini a cui non va bene nulla. I risultati si sono visti, mi hanno fregato una volta e mi basta».

Perché Toti non entra nella Lega?
«Perché è di Forza Italia, suppongo. Ho rispetto per il travaglio di quel partito ma guardi, sono tanti i forzisti che condividono le nostre idee. E io non posso aspettare in eterno che Forza Italia ritrovi un suo senso».

Maroni ha posizioni diverse da lei: traditore pure lui?
«Maroni ci governa ed è naturale abbia più cautela, ma l’ accordo nazionale con Alfano e compagnia resta escluso».

E Zaia? Tace, fa il pesce in barile?
«Zaia è bravissimo, parla poco e lavora molto. In Veneto abbiamo vinto tanti nuovi Comuni, non posso chiedere di più.
Avevamo una zavorra ma una volta che ce ne siamo liberati siamo decollati».

Ma finché non convincerà gli elettori del Sud a votarla non decollerà lei, non crede?
«Quella del Sud è una campagna lunga ma qualche valido esponente locale sta emergendo. Certo, non ci possiamo presentare laggiù come Lega Nord».

Che cosa ha in mente?
«Un soggetto nuovo, federalista, autonomista e identitario, gemellato alla Lega».

Un soggetto diverso deve anche avere un leader diverso…
«Mi sembra evidente».

È più un’ emergenza l’ euro o l’ immigrazione?
«Anche qui le due cose si tengono, perché sono entrambi problemi generati dalla cattiva Europa e da governi italiani venduti e incapaci. Senza soldi non possiamo avere sicurezza ma senza sicurezza che ce ne facciamo dei soldi?».

Liberoquotidiano.it

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