Medellin, un esperimento di successo … di Augusto Michelotti, Repubblica Futura (Area Democratica)

L’altro giorno, facendo zapping in tv, mi sono ritrovato a guardare un programma che analizzava la situazione ambientale del pianeta Terra cercando di valutare le possibili soluzioni da mettere in atto per evitare l’aumento incontrollato del cambiamento climatico e ridurre l’effetto serra che va sempre più strangolando la nostra atmosfera. Mi ha colpito in particolare la nuova esperienza della città di Medellin in Colombia che, dopo la morte di Pablo Escobar, signore e padrone del cartello colombiano della droga che aveva trasformato la città nel suo regno di morte e di violenza, con la nuova amministrazione capitanata dal neo eletto sindaco, si rimbocca le maniche per modificare in meglio la vita dei suoi concittadini e uno dei primi provvedimenti che mette in atto è la permeabilizzazione di tutti gli spazi pubblici possibili abbattendo la percentuale di suolo coperto da cemento e asfalto e trasformandolo in aiuole ed aree verdi con piantumazioni di alberi e arbusti; quelle aree urbane incolte e abbandonate di risulta contribuivano ad aumentare in maniera decisa la produzione di CO2 con il successivo aumento della temperatura media della città. Furono create delle squadre di intervento per sviluppare il progetto di rimboschimento del centro abitato; la spesa di impianto il primo anno è stata di 14 milioni di dollari mentre per gli anni successivi la gestione del progetto è stata di 10 milioni di dollari all’anno. Il risultato raggiunto? A parte un deciso miglioramento della qualità ambientale e quindi della vita degli abitanti, il risultato più importante è stato un abbassamento della temperatura media della città di – 3 gradi centigradi. Un risultato eccezionale che sta cominciando a fare scuola in tutto il mondo. Chissà se i nostri governanti ignoranti sanno cosa succede nel mondo e sanno come dovrebbe comportarsi un amministratore della cosa pubblica che abbia a cuore il benessere dei suoi cittadini e dell’immagine del suo Paese nel mondo. A quanto risulta a tutt’oggi, nessun provvedimento risulta essere stato messo in cantiere per migliorare non solo la vita nel Paese ma per regolamentare in maniera efficiente la vita sociale della popolazione e far apparire fuori dai confini l’immagine di un Paese che abbia quelle caratteristiche di modernità e di compatibilità con le odierne tecniche di convivenza all’interno di strategie che portino la nostra Repubblica tra i Paesi che si reputino aggiornati e se possibile all’avanguardia tra gli altri. Sta succedendo l’esatto contrario, siamo fermi al palo vivacchiando in un Paese governato da un PRG del febbraio del 1992 (si, roba dell’altro secolo) con un PRG a firma Stefano Boeri finito e definito in ogni dettaglio, chiuso indiscrinatamente e segregato in un cassetto dalla precedente amministrazione (con il contributo fattivo dell’affossatore sig. Stefano Canti, la persona urbanisticamente più arrogante e impreparata che potessimo avere). Speravamo che la nuova amministrazione cambiasse qualcosa o che almeno lanciasse qualche segnale di diversità; sembra invece che il sig. Ciacci sia della stessa pasta del suo predecessore. Se così non è, ce lo faccia sapere in qualche modo, magari facendo qualcosa di concreto (l’aumento dei cantonieri è di sicuro insufficiente per giustificare quasi un anno di governo praticamente nulla facente). Mandare un segnale di reattività sarebbe un passettino importante per giustificare almeno lo stipendio preso alla fine del mese. Distinti saluti. 

Augusto Michelotti

Repubblica Futura (Area Democratica)