In seguito a segnalazione, mi corre l’obbligo di chiarire alcuni concetti in merito all’articolo pubblicato a firma di Gianni Toffali sul Giornale.ms. A
prescindere dalle argomentazioni catechistiche elevate a guida di buona amministrazione, la giunta veronese ha risposto ad una richiesta di un’associazione, e come tale ha risposto ad una richiesta di cittadini veronesi.
Dunque la frase “senza che nessuno glielo abbia chiesto” è priva di fondamento.
In secondo luogo, non è stato chiesto di “riparare alcunché” rispetto alle mozioni del ‘95: come questo gesto di apertura sia stato poi interpretato dalla stampa non è affare nostro.
Sul fatto che gli amministratori della cosa pubblica dovrebbero avere “la cognizione che l’autorità si esercita legittimamente soltanto se ricerca il bene comune”, siamo d’accordo.
Ciò su cui non siamo d’accordo è che il “bene comune” coincida con il bene di una sola parte della cittadinanza, e nemmeno tutta “quella parte”.
Bene comune è “bene comune”, mentre quello a cui Toffali pensa è il “bene di Toffali e accoliti”.
I cittadini della città sono tanti e diversi, e un’amministrazione ha l’obbligo di contemperare diritti e doveri di tutti i cittadini. Sono peraltro convinto che molti cittadini eterosessuali, di destra, di centro o di sinistra, non la pensino come Toffali.
Ritengo particolarmente rischioso continuare ad identificare la città di Verona, per quanto conservatrice possa essere o apparire, con l’ideologia sprezzante dei Toffali & Co. il cui linguaggio di ossessione sessuale per i “deretani” e i “pruriti dei sodomiti” si commenta da sé. Gay, lesbiche, bisessuali e transgender, sono persone come tutti e tutte, e come tali hanno diritto di godere dello stesso elementare diritto di cittadinanza di cui godono tutti.
Michele Breveglieri – Arcigay Pianeta Urano Verona