La crisi economica potrà dirsi superata solo quando sarà ricondotto in termini fisiologici anche il numero dei senza lavoro.
La San Marino del sud che lavora vi chiede di non festeggiare o sarebbe un’altra coltellata inflitta a noi operai ,dopo cassa integrazione e mobilità seguiranno i licenziamenti,con il Natale vicino e mutui da pagare per la fine dell’anno.
L’aggravamento della disoccupazione abbasserà il potere d’acquisto delle famiglie e i fattori della crisi non scompariranno.
Senza i piani, la situazione sarebbe peggiore. Ma il problema della disoccupazione è oggi il problema numero uno e non se ne parla ancora in questi termini. La disoccupazione ha effetti diretti sui redditi familiari, ma anche effetti indiretti sulla natura del lavoro, che diventa più precario. Con conseguenze distruttrici per la società. In società europee,tra queste San Marino, che tendono già a ripiegarsi su se stesse, una simile disoccupazione accresce il rischio di tensioni ancora più gravi
Non possiamo dichiarare vittoria o festeggiare prima di avere una riduzione della disoccupazione,che noi indichiamo con toni netti il pericolo di una ripresa a W, cioè con alti e bassi ripetuti,e senza posti di lavoro. I prossimi, infatti, saranno ancora 12 mesi di crescita della disoccupazione.
La disoccupazione non è mai una soluzione, è sempre un problema. La cassa integrazione può servire nel breve periodo. Ma nessuna misura sociale può resistere a una disoccupazione di massa. In quest’ultimo caso, tutti i sistemi di protezione esplodono. La disoccupazione significa che il Paese s’impoverisce e in simili condizioni non può permettersi di pagare a lungo per i disoccupati. Rassegnarsi alla disoccupazione è dunque impensabile.
La crescita mondiale sta ricominciando a migliorare, ma il “numero uno” dell’organismo di Washington è preoccupato perché molti governi hanno già detto che la crisi è finita: non è esattamente così. Anche se il primo semestre del 2010 dovrebbe essere di crescita. La domanda privata di consumi è ancora debole e va sostenuta. Va però tenuto a mente che la crisi, con le misure di stimolo varate per superare il momento difficile, ha creato un altro problema: quello dell’aggravamento dei conti nazionali.
È necessario che si parli di come affrontare il debito pubblico, facendolo tutti insieme avremo buoni risultati.
Nel dibattito sulle strategie d’uscita dalla crisi gli esponenti di Orgoglio Operaio si schierano fra coloro che ritengono sia ancora presto per ritirare gli aiuti e iniziare i festeggiamenti dei risultati ottenuti.
Anche il lavoro per rivedere la governante mondiale, la cui assenza è stata una delle cause della crisi, è tutt’altro che concluso.
Stiamo finendo di cadere e ci stiamo lentamente rimettendo in piedi. Ma anche solo per ritrovare il livello del 2008, occorreranno diversi anni. E per ora, mentre la gente perde il lavoro, resta molto sconveniente lanciare messaggi ottimistici e festeggiamenti sarcastici.
Un saluto da Michele Guidi (Orgoglio Operaio)